IL MOTORE DELLA PATRIA

 

lunedì, 18 maggio 2015

IL MOTORE DELLA PATRIA

FIORI

FIORI

 

Lavoratori italiani, noi ci riuniamo dopo venti anni di oppressione, di dolore, di sofferenze, che sono poi sboccati nella più grande tragedia della storia, nella guerra che ancora continua. Noi, pur appartenendo prima del fascismo a diverse correnti sindacali, ci riuniamo in una grande famiglia: nell’unità sindacale. Ognuno di noi sa quali sforzi nel periodo clandestino siano stati compiuti per cercare di realizzare questa unità e questa fratellanza dei lavoratori. In questo momento, ed in questo Congresso, noi riprendiamo, tutti uniti, il cammino; il cammino che tende a realizzare nel momento attuale e secondo le possibilità che abbiamo, il massimo delle vostre aspirazioni, della tutela dei vostri interessi. Ma ci riuniamo anche per preparare l’avvenire del nostro Paese. L’avvenire in cui il lavoro avrà il suo posto alla luce del sole. Noi lo vogliamo ricostruire il nostro Paese. Esso è stato privato di molte o di quasi tutte le sue risorse economiche, industriali e produttive. Ad esso ormai, non rimane che una sola forza: la forza del lavoro. Ebbene: i lavoratori pur aspirando ad un ideale internazionale, supernazionale, di giustizia e di pace, rimangono e vogliono rimanere gli amatori del proprio Paese: primi fra gli italiani. Questa grande energia e questa grande forza, che è ormai l’ultima risorsa del nostro Paese, noi la spenderemo per la sua ricostruzione, questa ricostruzione ci costerà sacrifici e fatiche, ma noi rifaremo l’Italia, la rifaremo grande, la rifaremo potente! Il mio saluto va a tutti i combattenti; a tutti i combattenti per la causa della libertà e della democrazia. Il mio saluto commosso va ai nostri soldati, ai partigiani nostri, tanto valorosi, a tutte le vittime della barbarie nazifascista. Noi sentiamo in questo momento pulsare, all’unisono con noi, col nostro cuore, il cuore di questi nostri soldati, di questi nostri partigiani, di questi nostri patrioti. Tutti sono insorti, per liberare la parte più progredita del nostro Paese; tutti, dai giovani alle donne, ai combattenti, ai sacerdoti, tutti coloro che amano il loro Paese sono insorti, combattono con ogni mezzo, talvolta privi di ogni mezzo, per rifare il secondo e definitivo Risorgimento d’ Italia. In questo clima, che è indubbiamente un clima rivoluzionario, noi facciamo un atto di ricostruzione e di riassetto, che darà un volto nuovo alla nostra Patria. Il Congresso ha un ampio programma di lavoro; esso traccerà la linea di difesa degli interessi dei lavoratori e si occuperà di tutti i problemi che riguardano lo sviluppo della nostra economia e della nostra legislazione sociale: la questione agraria, la riforma degli istituti di previdenza, il problema dell’unità sindacale internazionale, il problema delle donne lavoratrici e dei giovani e tutto quello che esso, nella sua sovranità, vorrà portare al tavolo della discussione. La legge fondamentale, la determineremo quando saranno liberati tutti i nostri fratelli del Nord. Ma vogliamo dimostrare che abbiamo non solo il dovere, ma il diritto di governare il nostro Paese, di governarlo insieme a tutte le correnti progressive, a tutte le correnti democratiche. Questa dimostrazione la daranno i lavoratori italiani e la manifesteranno in tutti i modi in cui sarà ad essi consentito, anche ai lavoratori del resto del mondo. Infine, motore di tutta questa nostra azione è la raggiunta unità sindacale. Questa unità l’abbiamo conquistata attraverso i sacrifici e le rinunce, amici lavoratori, ed attraverso i sacrifici e le rinunce dobbiamo conservarla e difenderla. Ognuno di noi ha le proprie vedute e le proprie aspirazioni politiche; ognuno di noi ha i propri convincimenti religiosi o non religiosi. Qui, alla soglia di questo Congresso, come alla soglia delle organizzazioni sindacali, noi deponiamo ogni contrasto ed ogni passione che ci possa dividere, per cercare soltanto tutti gli elementi, tutti i motivi e tutte le ragioni che ci possono unire. E tutto questo, o amici lavoratori, perché lo vogliamo? Perché vogliamo non soltanto ricostruire il nostro Paese ma desideriamo creare nel mondo il regno della pace tra gli uomini, della pace tra le nazioni, della pace fra i popoli. Io spero, sono convinto, che l’unità sindacale contribuirà a creare questo mondo nuovo. Lavoratori e lavoratrici gridate con me: Viva l’unità sindacale italiana ed internazionale. Viva la libertà e la democrazia! Viva le Nazioni alleate ed unite e l’eroica Unione delle Repubbliche Sovietiche! Viva questa Italia che risorge con l’aiuto di Dio. Viva questa nostra Italia che darà ancora luce di genio, di civiltà, luce di progresso nel mondo!

 

INDOVINA    L’INDOVINELLO:

 

chi   pronunciò   il   discorso ??????????????

 

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L’ I D E A L E

 

Il numero degli anni non determina

 

il superamento dell’Ideale.

 

E’ l’Ideale che scandisce anche il tempo

 

e il tempo è continuamente vecchio e superato.

 

-Renzo  Mazzetti-

 

(Verso Levante, poesie del mio autunno caldo, 2009)

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