IL CEMENTO ARMATO
lunedì, 9 marzo 2015
IL CEMENTO ARMATO
Ci fu il periodo della ricchezza del pane quotidiano: duro
pane guadagnato e mangiato con tanto poco companatico e tanta terra da
lavorare. Poi il periodo dei sogni della terra abbandonata: tanti voli senza
ali e nessun cielo. Venne l’artificiale companatico del privilegio, dei
nominati dal primario nato dalle primarie di partito, degli onorevoli venduti
alla governabilità, dei Senatori a vita, dei Commendatori, dei Cavalieri… della
Repubblica? Il grano scomparve dai campi agricoli e spuntò il grande cemento
armato delle costruzioni da distruggere dalle guerre dei potenti. Il pane fu
dimenticato con il lavoro agricolo. Il nulla sopravvisse con il debito sovrano.
La sterile profitto si moltiplicava nell’era che replicava se stessa e il
passato rimase identico (più o meno) al presente inumano, ma conforme alla
modernità. (Ricordo da un racconto di Vasco).
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