VERSO IL VOLGA

lunedì, 16 febbraio 2015

VERSO IL VOLGA

Dall’aeroporto di Kujbyscev verso il fiume Volga, in una zona ancora stepposa, appare una freccia stradale che indica Togliatti. Nella nuova città, sorta soprattutto in relazione alla fabbrica di automobili, l’età media degli abitanti è di 23 anni e 47 sono le nazionalità che costituiscono il tessuto di una nuova convivenza umana. Ma una cosa è la città e una cosa è la fabbrica. Esse sono separate da una fascia boschiva di 52 chilometri quadrati. La fabbrica è qualcosa di ben diverso dalle fabbriche come generalmente intendiamo questo termine. Le dimensioni degli impianti sono colossali e servono per produrre 660 mila automobili l’anno -una ogni 22 secondi- con una potenzialità di 880.000 unità annuali. La grandiosità degli impianti non dipende solo dall’importanza dei volumi produttivi ma, in modo rilevante, da una particolare concezione del rapporto uomo-fabbrica. Perciò l’area destinata ad essere occupata dal complesso è di 500 ettari ma di questi solo 150 sono coperti da costruzioni. Il progetto generale della fabbrica, predisposto dai tecnici sovietici e realizzato per la parte meccanica dalla FIAT, risponde ai principi e alle leggi relative per la tutela della salute, per la sicurezza, per i servizi, per gli impianti sociali, ricreativi e sportivi con un’attenzione superiore alle norme generalmente seguite nei paesi occidentali. Un operaio milanese dice: “Gli italiani vennero su questa terra a distruggere, ora sono qui per costruire”. (Ricordo da un racconto di Irina).

EMIGRANTI
All’ignoto esulanti,
Turba illusa od ignara,
Alla terra, che, avara,
Non li sfama, imprecanti;
A render di loro i pianti
L’immensa onda più amara,
Come sopra una bara
Salpano gli emigranti.
E, memori dell’ieri,
Del domani pensosi,
Vanno incontro alla sorte;
Van, tristi cavalieri,
Sul dorso dei marosi,
A giostrar con la morte.
-Nicola  Marchese-

Vedi: 

GRAZIE CURDI (8 gennaio 2015).



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