LA CONOSCENZA SEPOLTA
giovedì, 19 febbraio 2015
LA CONOSCENZA SEPOLTA
Quanto sofferto lavoro, sentire del cuore tradotto dal
cervello? Quanta carta, altri materiali e strumenti sono stati trasformati in
opere dalla sensibilità umana? Una quantità di opere senza limite, indefinita e
pregiata, sepolta dal tempo, perde la sua identità, sparisce nella polvere
degli scaffali e come la barbarie sono il monumento oscuro dell’ignoranza
illuminata dai libri bruciati dai tiranni. L’archeologia non ritroverà nessun
resto di parola o segno da consegnare alla paleografia. Per le opere che ancora
sopravvivono, la superficiale modernità e le leggi del sistema mercato
impongono divieti e vincoli morali, falsi valori, condannando all’oblio ciò che
è stato ridotto a merce per il profitto consumato al momento. Superiamo, almeno
nell’espressione artistica, la volgare mercificazione. Una società civile
riconverte le spese per gli armamenti in azioni di pace, trova le risorse per
la libertà di gestione dello spirito culturale e sostiene la vita dell’artista
e dello scrittore. Portare alla luce e alla libera fruizione delle opere di
ogni genere, significa mantenere vivo tutto il patrimonio dell’umana produzione
intellettuale, sviluppare la conoscenza, nella competizione sentimentale
esaltare la fratellanza, pungolare la evoluzione verso una nuova società.
L’opera, una volta pubblicata, non ha padroni, ritorna libera come il germoglio
dell’idea ispirata dal pensiero da cui nacque. Tutto il mondo e gli esseri
viventi con le loro opere diventarono patrimonio dell’umanità. (Ricordo da un
racconto di nonna Teresina).
Vedi: QUADRATO INCUSO (9 febbraio 2015)
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