IO RICORDO TUTTE LE VITTIME

 

lunedì, 26 gennaio 2015

IO RICORDO TUTTE LE VITTIME

“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari…”, inizia così una celebre poesia di Bertolt Brecht. Domani è la Giornata della Memoria per tutte le vittime dello sterminio nazista. L’Armata Rossa liberò i reclusi del campo di concentramento di Auschwitz. Il nazifascismo, con scientifica brutalità, portò a morte orribile milioni di persone. Le vittime, insieme agli ebrei, furono anche molte altre: zingari, antifascisti, slavi, omosessuali, testimoni di Geova, disabili. Quel tragico periodo non deve essere ridotto a mero conteggio dei morti e dei sopravvissuti. Un pericoloso revisionismo storico tenta di isolare la Shoah dall’Antifascismo e dalla Resistenza, non ricordando appieno tutte le altre vittime. Una mezza verità che rischia di nascondere mezza storia alle giovani generazioni, non trasmettendo tutto il monito degli effetti e delle cause con il rischio dell’imbroglio o dell’oblio. Una risposta doverosa ai tanti effetti delle mistificazioni che si fanno sentire nell’odierno fenomeno neofascista, che cerca di mascherare la sue colpe fino ad arrivare alle pericolose aberrazioni degli ambienti più “alti”, fino al Parlamento, con tentativi di equiparare i partigiani ai fascisti della Repubblica di Salò. Il Giorno della Memoria dobbiamo ricordare tutte le vittime del nazifascismo e, con l’attività quotidiana di lotta e repressione dei rigurgiti nazifascisti, quella orribile storia deve essere ricordata tutta, completa, senza riabilitazioni di sorta. Da Guernica a Stalingrado, quanti Sant’Anna di Stazzema e notti di San Lorenzo? Io ricordo tutte le vittime. (Ricordo da un racconto di Tirella).

IGNOMINIA
Lo straniero non sapeva tutto
di quei monti e di quelle colline
non sapeva tutto di quelle pianure.
Lo straniero si smarriva
nei labirinti dei centri antichi
non trovava gli sperduti paesini.
Lo straniero non conosceva quel sentiero
né il sicuro nascondiglio
dove bambini giocarono e ragazzi si uccisero.
Il fascio littorio
Salò e le camicie nere
furono barbarie e distruzione.
Antigone salvò quei neri cadaveri
dalla furia dei perseguitati assassinati
nell’aldilà dove non si perdona.
L’eterna oscurità detenga le spie
e i servitori dei tiranni dannati
nell’infernale pozzo dei traditori.
Nessun civile perdono sia concesso
al morto non uguale al morto
solo rigoroso ricordo.
Ancora sanguinano innocenti ferite
e cumuli di coscienze tremanti
testimonianze perenni
per non ricadere nell’ignominia.
-Renzo Mazzetti- (dicembre 2009)
Scritta a seguito della notizia del disegno di legge 1360 che equipara il milite repubblichino al partigiano e al militare che fecero la Resistenza.

 Vedi: COLPI DI STATO E TERRORISMI (13 gennaio 2015).

 

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