martedì, 13 gennaio 2015
COLPI DI STATO E TERRORISMI
Nel periodo intercorso tra la fine della seconda guerra
mondiale e l’era della dittatura monetaria, i colpi di stato interessarono
molte nazioni europee, sud americane, africane e quasi tutti i paesi di ogni
continente. Nel momento in cui un governo o un regime non garantivano l’ordine
precostituito e le possibilità di un cambiamento, potevano avere o avevano
avuto successo, scattava improvviso il colpo militare per “salvare la Patria”.
In Italia, un Partito Comunista con un milione e mezzo di iscritti, con la sua
capacità militare espressa nella Resistenza, con il grande consenso elettorale,
le mobilitazioni di massa, fu determinante e alcuni tentativi di colpi di stato
furono scoraggiati. I governanti democristiani -aiutati da partiti satelliti e
in particolare da uno d’ispirazione fascista- svolsero comunque un pesante
luttuoso ruolo “di contenimento” al cambiamento, con la ferma repressione del
movimento operaio e studentesco nelle piazze e nei campi, nelle fabbriche e
nelle scuole al suono delle manganellate. Nel momento in cui i due maggiori
partiti sembravano essersi liberati dalle tare del passato (la Dc dal permanere
del fascismo e il PCI dalle proiezioni dello stalinismo), arrivò il terrorismo.
Le Brigate Rosse e altre sigle “per il comunismo” ammazzavano o “gambizzavano”
le singole persone scelte con cura: giornalisti, politici, imprenditori,
operai, intellettuali, sindacalisti; nessun terrorista di quelli catturati o
uccisi era iscritto al PCI tanto è, per esempio, che i terroristi ammazzarono
anche Guido Rossa operaio comunista delegato sindacale. Il terrorismo nero,
formato da varie sigle “per il fascismo”, colpiva con le bombe le stazioni
ferroviarie, i treni, le banche; significativa la bomba esplosa che insanguinò
la piazza a Brescia durante una manifestazione sindacale. Fatto a sé la
pericolosa eversione nera di Reggio Calabria, quasi una regione uscita dallo
Stato. Gli opposti estremismi furono la sintesi nel cemento unitario della resistenza
democratica; nella negazione di ogni cedimento al terrorismo, l’assassinio
dell’on. Aldo Moro; la fermezza, l’unità democratica e la partecipazione
popolare politicamente distrussero il terrorismo. Comunque i colpi di stato
fatti o tentati e i terrorismi sono serviti a riportare indietro o a fermare un
cambiamento e lo sviluppo della partecipazione al vivere democratico delle
società. Quanto sopra detto non aveva niente a che vedere e tanto meno poteva
essere paragonato ai Califfati che facevano la guerra in Mesopotamia e in
Africa, terrorizzavano l’Europa e le altre nazioni con spargimenti di sangue.
Quel terrorismo fu sconfitto con l’intervento militare in Mesopotamia e in
Africa muovendo guerra in campo aperto contro il Califfato bianco e nero da parte
delle Nazioni Unite. I Servizi Segreti? In ogni epoca bravissimi: i terrorismi
restarono dei grandi misteri con pochi lampi e spiegazioni contraddittorie,
certamente fuorvianti. (Ricordo da un racconto di Tirella).
SUL CARRO
Avete imparato qualcosa
giovani grazie alle ribellioni?
Volevate cambiare tutto il mondo
siete bancari giornalisti intellettuali?
Avete scambiato la vostra generosità
col sistema mercato del capitale?
Vecchi miseri saccentoni inerti
abili saltatori sul carro vincitore?
Vigliacchi subalterni congeniti
della classe operaia traditori?
-Renzo Mazzetti-
(lunedì 12 gennaio 2015)
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