CAPPUCCIO E TORSOLO

lunedì, 1 dicembre 2014

CAPPUCCIO E TORSOLO

L’orto vuole l’uomo morto, la cucina lo fa risorgere mangiandolo. La fantasia crea ricette originali. Il riso di Andrea, con il cavolo cappuccio color viola dal gusto attraente non classificato, forma la prima portata; le uova, di vera gallina di Maria, nella frittata con il torsolo di rapa, il cui soffice morso, con il contorno di radicchio verde, che esalta un sapore indescrivibile, sono il secondo. La misteriosità mangiata con soddisfazione, accompagnata dal pane fatto da Olga con la farina Verna, annaffiata dal vino del Castagneto, forma un tutto nutriente eccezionale. Cappuccio e Torsolo sono una favola con un inizio faticoso dal finale lieto, senza morale, senza fine, sempre naturale, reale. (Tratto dai racconti di Maya).

 ALL’ORTO
All’orto! All’orto!
La terra non si ribella?
Tutto accetta, supina soccombe?
Sdegnata si ritrae vergognosa?
Senza un pizzico di fantasia?
Senza alcuna umana utilità?
Veramente è persa la speranza?
Non più riposa saggio nel sogno?
Funziona bene il tubo digerente?
Rutta liberamente sazio il consumatore?
Sgomita sculettando il mercato spensierato.
Verdure genuine, verdure genuine!
-Renzo   Mazzetti- (settembre 2010)



Commenti

Post popolari in questo blog

PALESTINESI GENOCIDIATI (RACCOLTA DI POESIE)

ATOMICHE CAFFE' SOSPESO (RACCOLTA DI POESIE)

IL BICEFALO E LE DIMENTICANZE TRA LE RIGHE