PAGLIA E GRANO

 

giovedì, 25 settembre 2014

PAGLIA E GRANO

Non accettiamo ciecamente quanto le menti frivole ci presenteranno come altrettanti oracoli, e cerchiamo la verità con calma, con prudenza, anche con indifferenza: niente di meglio. Ma perché dovremmo sbarrare la strada alle audacie dello spirito? Ogni armata che avanza in un paese sconosciuto ha bisogno di esploratori, anche se qualcuno fra questi dovrà sbagliare. Ah! Il coraggio intellettuale, oggi, non è cosa tanto comune, sì che si debbano raggelare le intelligenze operanti e scoraggiare l’audacia. Che temete? Che si iniettino nelle menti idee false sulla condizione del proletariato e sui mezzi per cambiarla? Rispondo che, se queste nozioni sono false, la discussione le eliminerà, come il vento porta via la paglia mescolata al grano. Se fosse diverso, il progresso sarebbe una chimera e non potremmo far altro che avviluppare la testa nel mantello. Che temete ancora? Che l’audacia di certe soluzioni proposte per le questioni sociali turbi i cuori e nuoccia al successo della riforma politica? Ma, anzitutto, le questioni del suffragio universale, della sovranità reale del popolo, del governo democratico, non spaventano nessuno in Francia? E che cosa fare, se non provare ai paurosi con ragioni valide e vigorose tutta la puerilità e tutto il vuoto dei loro terrori? Mio Dio, quello che spaventa di più nei partiti non è tanto ciò che dicono, quanto ciò che dimenticano di dire. L’ignoto! La concorrenza per il popolo è un sistema di sterminio. Chi scoprì un nuovo mondo? un pazzo ovunque beffato. Sulla croce, inondata dal suo sangue, un pazzo morente ci dona un Dio. (Meditazione sull’organizzazione del lavoro, anno 1839, Louis Blanc).

 

CANZONE        DEGLI        UGUALI

 

(parte)

 

Per troppo tempo un codice infame

 

ha tenuto gli uomini servi degli uomini:

 

Cada il regno dei briganti!

 

Sappiamo infine ove siam giunti.

 

Risvegliatevi alla voce

 

uscite dalla notte profonda

 

popoli!

 

Riconquistate i vostri diritti

 

il sole splende per tutti.

 

Tu ci creasti per essere uguali

 

o Natura, o madre benefica!

 

Perché quest’ineguaglianza assassina

 

dei beni e dei lavori?

 

Perché mille schiavi servili

 

attorno a quattro o cinque despoti?

 

Perché dei piccoli e dei grandi?

 

Sollevatevi, bravi sanculotti.

 

Nell’infanzia del genere umano

 

non si videro né oro né guerre

 

non si videro ordini, sovrani,

 

non vi fu né lusso né miseria!

 

La santa e dolce uguaglianza

 

sovrasta la terra e la feconda;

 

in questi giorni di felicità

 

il sole splende per tutti.

 

-Sylvain  Maréchal-

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