OCHINO ALLA PARI
sabato, 14 giugno 2014
OCHINO ALLA PARI
Avevamo cinque belle galline e nessun gallo, mangiavamo le uova tutti i giorni e in tutti i modi. Lo zabaione con il miele di acacia era di un qualche cosa che non riesco a descrivere. Quando s’ammazzava il maiale, nulla era gettato. Le salsicce crude, mangiate sulla fetta del pane e con il nostro rosso, davano un non so che di inenarrabile ma pieno di vera fratellanza. L’oca ben farcita, -cotta nel forno dove si cuoceva il pane-, con le patate novelle, ammorbidite e insaporite nel suo sciogliersi, proiettavano gola e spirito nell’universo terrestre paradiso dei semplici. Poi da Firenze arrivò il gallo che si alleò con il papero, uno vanitoso e l’altro altezzoso. Si misero a saltare sulle galline e sulle oche e a beccare tutto e tutti . Nella mia gioventù comandavano i vecchi, nella mia vecchiaia i giovani. A quando un po’ di serena uguaglianza? (Ricordo da un racconto di Rita).
Vedi: UN MAGGIO VERO (30 aprile 2014).
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