COSI’ E COSI’
lunedì, 31 marzo 2014
COSI' E COSI'
Chi si accontenta gode, così e così. Chi lo disse non lo ricordo. O era una massima di un antico filosofo, oppure una strofa di un grande cantautore. Ma, chissà. Fatto sta che per far star buona la gente se ne inventavano di tutti i colori, anche se i colori avevano perduto la personalità. Che volete, se non esisteva più neppure un pizzico di dignità istituzionale e di unità nazionale? Nell’era della metafora della democrazia bisognava accontentarsi di quello che passava il cassonetto dell’immondizia. I cibi stagionati erano una prelibatezza, un profumo… altro che Tartufo! Era stato fatto di tutto affinché una buona metà dell’elettorato non andasse più a votare; per coloro i quali il voto rappresentava ancora un’attrattiva, venivano utilizzate le minacce e i ricatti, del tipo: “Siamo a un passo dal baratro”, “Questa è l’ultima spiaggia”, “Speriamo che il premier ce la faccia, altrimenti sarà peggio”. Alcuni incalliti oppositori, con un lampo di genio, tappezzarono le loro bacheche con un manifesto con scritto: “Peggio di così si muore!”. (Ricordo da un racconto di Ariella).
[La poesia riferisce delle spontanee manifestazioni di protesta, in particolare all'episodio, -visto in televisione-, avvenuto a Roma davanti ad un ristorante dove il ministro Franceschini stava mangiando.]
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