OSTRUZIONISMO FORMIDABILE

mercoledì, 5 febbraio 2014

OSTRUZIONISMO FORMIDABILE

L’estrema difesa della libertà di associazione e di stampa fu allora, a cominciare dal primo giugno, affrontata dall’Estrema Sinistra mediante la tattica dell’ostruzionismo, che – già conosciuta da alcuni parlamenti, come quello inglese – non era stata ancora applicata in Italia. Il gruppetto socialista, con pochi altri, la fece sua, convinto che, se era una esigua pattuglia alla Camera, la sua voce aveva invece grande risonanza nell’opinione pubblica e nella coscienza nazionale, non più grigia e apata. L’ostruzionismo ebbe varie riprese ed alimentò la battaglia per la libertà, che durò un anno, con l’attiva partecipazione, sia pure in forme diverse, della sinistra, capeggiata da Zanardelli e da Giolitti. La stretta osservanza del regolamento e l’uso più largo del diritto di discussione sulle leggi liberticide dovevano tanto più procrastinare l’approvazione delle leggi stesse quanto più il ministero voleva accelerarla. Nulla eccita le passioni politiche quanto il tentativo di restringere le pubbliche libertà, disse l’onorevole Giolitti in una sua intervista alla “Gazzetta del Popolo“ del luglio 1899. Tutto il popolo italiano (D’Annunzio passò dalla destra all’estrema sinistra) seguì ansiosamente quella battaglia che i deputati dell’Estrema Sinistra combattevano contro i tentativi di sopraffazione governativa. Anche il Presidente della Camera fece vari tentativi di sopraffazione che provocarono alterchi personali e vie di fatto e, quando egli voleva imporre la votazione, i deputati che praticavano l’ostruzionismo si slanciarono, saltarono sulle urne, fracassandone due. La Camera fu chiusa. Con la riapertura della Camera riprese l’ostruzionismo. L’estrema Sinistra unanime balzò minacciosa contro il Presidente della Camera gridando “Fuori! Fuori alla porta!”. Sotto quel grido il presidente fuggì, fuggì per sempre dalla Camera. La fuga veniva salutata dai deputati socialisti col canto dell’Inno dei Lavoratori. La stessa notte veniva sciolta la Camera e venivano convocati i comizi elettorali. L’ostruzionismo segnava la sua completa e definitiva vittoria. (Ricordo da un racconto di Tirella).

L’INNO         DEI         DIVORATORI
Su ministri, segretari,
Su tornate in fitta banda,
Che nessuno vi domanda
La fedina criminal!
Fin dai tempi di Tanlongo
Ci stringemmo in mutuo patto,
Che possiamo col riscatto
Ferroviario rinnovar.
Il riscatto ferroviario
Il governo non farà;
E vivrem coll’onorario
Delle sacre Società.
L’adorato capitale
Venga ognor fra queste braccia:
No; d’inchieste la minaccia
Più nessun deve temer!
Se divisi siam canaglia,
Figurarsi in compagnia!
Si prepara l’allegria
D’un eterno carneval!
Ogni cosa è in mano nostra:
Noi disfar, rubar possiamo.
La consegna sia: mangiamo!
Troppo triste è il digiunar!
Il riscatto del succhione
Oggi alfin s’inizierà,
Ed il popolo zuccone,
Sempre buono, pagherà!
-Guido   Podrecca-
( inno scritto intorno all’anno 1902)



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