IMPOTENTE VANESIO

 

sabato, 15 febbraio 2014

IMPOTENTE VANESIO

Il vanesio capo, ignaro della propria impotenza, viene nominato primo ministro del governo della nazione. Come un grande prestigiatore, tutto sblocca e tutto rimette in moto; alleggerito dal peso degli incapaci impantanati, lancia a velocità supersonica, alla conquista della Sardegna e dell’Europa, il suo partito. La semplificazione della democrazia e la chiarezza politica hanno eliminato tutti i pensieri. L’orgoglio e l’ambizione smisurata hanno vinto su tutti i fronti. I nuovi ministri sono riconosciuti da tutti dei grandi statisti e sanno come cambiare l’ordine degli addendi per riuscire a cambiare le somme: hanno risolto tutti i problemi. Le maschere renziane ballano felici al carnevale della capitale. Uno spruzzo sul viso del nuovo nocchiere riporta la realtà nel gabinetto con il rumore inconfondibile dello sciacquone. (Ricordo da un racconto di Rita).

LA   PULCE 
( “FAUST” – parte – ) 
C’era una volta un re 
che aveva una gran pulce, 
e che l’amava molto, 
come se fosse un figlio. 
Egli chiamò il suo sarto, 
il sarto venne a corte: 
Misuragli il vestito, 
misuragli i calzoni! 
Di seta e di velluto 
eccolo già servito, 
una croce sul petto 
e nastri sul vestito. 
Di stella decorato, 
fu subito ministro; 
a corte grandi onori 
ebbe tutto il casato. 
E per signori e dame 
a corte fu uno strazio, 
regina e cameriera 
furono morsicate; 
schiacciarle era vietato, 
anche cacciarle via. 
Ma noi, se mai ci pungono,
le spiaccichiamo, e sia! 
-Johann   Wolfgang   von   Goethe-

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