CAUSA E EFFETTO

martedì, 11 febbraio 2014

CAUSA E EFFETTO

La nostra analisi non deve essere superficiale, non può fermarsi sull’evidenza più eclatante di un momento del fatto. La superficialità è la negazione dell’attenzione, dell’importanza della documentazione, della ricerca di tutti i fattori per scoprire, per mettere in luce tutti gli aspetti del problema. La questione fondamentale è, sempre e comunque, quella di vedere l’insieme di tutta la realtà e non solo la parte che vogliamo e neppure, tanto peggio, la parte che desideriamo e che è il frutto della nostra fantasia. Dobbiamo essere capaci di saper scoprire e conoscere il vero, sempre e comunque, almeno quanto più del vero è possibile scoprire. Non dobbiamo cadere nei trabocchetti generati dalla fretta, dalla confusione, dall’apparenza, dalla superficialità; in una parola dalla “semplificazione” che mortifica l’intelletto. Non dobbiamo mai confondere la “causa” con l’”effetto”. Vi porto un esempio: affermare che i problemi della società sono dovuti al grande debito pubblico è grave, perché il debito non è “la causa” dei problemi, rappresenta “semplicemente” soltanto uno dei problemi, ma non è sicuramente la causa dei problemi. Un altro fondamentale aspetto da tenere sempre presente è la questione del “contesto” assieme al valore di “quantità”. Quando il problema è di tante persone e diventa pubblico, è un problema di tutta la società. La società non è un ente astratto, indefinito. La società ha un nome: Società democratica, per definire il suo sistema politico; capitalista, per definire quello economico. Pertanto è certo che il problema del debito pubblico è un “effetto” determinato da una “causa”. Il debito pubblico, -con tutte le nefaste conseguenze sulla qualità di vita della popolazione-, è l’effetto; il sistema economico capitalista fondato sulla concorrenza è la causa. Per risolvere il problema dobbiamo essere capaci di intervenire sulla causa che rappresenta lo sterminio del popolo. Pertanto attuare la “programmazione democratica” è questione vitale per la popolazione, per l’uso delle risorse naturali, per la convivenza con gli animali, per la salvaguardia ambientale, per la tutela del patrimonio antico, per lo sviluppo del patrimonio artistico. Continuare a fare come abbiamo fatto fino ad oggi significa provocare un “Diluvio universale”, ma senza un Noè. (Ricordo da un racconto di RITA).

I    POCHI    CHE    HANNO    CAPITO    QUALCHE    COSA
( “Faust”   – parte – )
I pochi che hanno capito qualche cosa,
Che furono abbastanza folli da non custodire il loro cuore
E rivelarono al volgo il loro sentimento e le loro visioni
Sempre li hanno crocifissi e bruciati.
-Johann   Wolfgang   von   Goethe-

Vedi: 

ECONOMIAVIRTUALE (31 gennaio 2014) ; 

VETRINA (23 agosto 2012).




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