ECONOMIA VIRTUALE

venerdì, 31 gennaio 2014

ECONOMIA VIRTUALE

La dittatura finanziaria distrugge l’attività produttiva, la concorrenza nel sistema del libero mercato stermina il popolo. Le classi governative sono complici dell’economia virtuale, del gioco d’azzardo in generale e di quello in borsa in particolare; quando saranno scomparsi del tutto i contadini e gli operai, si nutriranno mangiando la carta moneta? (Ricordo da un racconto di Rita).

CIRANO
Orsù che dovrei fare?…                                                                        
Cercarmi un protettore, eleggermi un signore,
e dell’era a guisa che de l’olmo tutore
accarezza il gran tronco e ne lecca la scorza,
arrampicarmi, invece di salire per forza?
No, grazie! Dedicare, com’usa ogni ghiottone,
dei versi ai finanzieri? Far l’arte del buffone
pur di vedere al fine le labbra di un potente
schiudersi ad un sorriso benigno e promettente?
No, grazie! Saziarsi di rospi? Digerire
lo stomaco per forza dell’andare e venire?
Consumar le ginocchia? Misurar le altrui scale?
Far continui prodigi di agilità dorsale?
No, grazie! Accarezzare con mano abile e scaltra
la capra e in tanto il cavolo innaffiar con l’altra?
E aver sempre il turibolo sotto de l’altrui mento
per la divina gioia del mutuo incensamento?
No, grazie! Progredire di girone in girone,
diventare un grand’uomo tra cinquanta persone,
e navigare con remi di madrigali, e avere
per buon vento i sospiri di vecchie fattucchiere?
No, grazie! Pubblicare presso un buon editore,
dagando, i propri versi? No, grazie dell’onore!
Brigar per farsi eleggere papa nei concistori
che per entro le bettole tengono i ciurmatori?
Sudar per farsi un nome su di un picciol sonetto
anzi che scriverne altri? Scoprire ingegno eletto
agl’incapaci, ai grulli; alle talpe dare ali,
lasciarsi sbigottire dal rumor dei giornali?
E sempre sospirare, pregare a meni tese:
pur che il mio nome appaia nel Mercurio francese?
No, grazie! Calcolare, tremar tutta la vita,
far più tosto una visita che una strofa tornita,
scriver suppliche, farsi qua e là presentare?…
Grazie, no! Grazie, no! Grazie, no! Ma… cantare,
sognar sereno e gaio, libero, indipendente,
aver l’occhio sicuro e la voce possente,
mettersi quando piaccia il feltro di traverso,
per un si, per un no, battersi o fare un verso!
Lavorar senza cura di gloria o di fortuna,
a qual sia più gradito viaggio, nella luna!
Nulla che sia farina d’altri scrivere, e poi
modestamente dirsi: ragazzo mio, tu puoi
tenerti pago al frutto, pago al fiore, alla foglia
pur che nel tuo giardino, nel tuo, tu li raccolga!
Poi, se venga il trionfo, per fortuna o per arte,
non dover darne a Cesare la più piccola parte,
aver tutta la palma della meta compita,
e, disdegnando d’essere l’ellera parassita,
pur non la quercia essendo, o il gran tiglio fronzuto
salir anche non alto, ma salir senza aiuto!
-Edmond  Rostand-
(La rosticceria dei poeti, secondo atto, scena otto. parte)

Vedi: 

IL SEGRETO E' D'ORO (22 gennaio 2014).



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