VETRINA
giovedì, 23 agosto 2012
VETRINA
L’aspirante onorevole per essere eletto ne inventa di tutte: per i manifesti usa grandi fotografie in studiate e costruite pose: solo in primo piano, con la moglie e i figli, con i genitori, con i suoceri, con il personaggio famoso della politica, della magistratura, della religione, dell’imprenditoria, delle forze dell’ordine, dello sport, dello spettacolo; il comitato elettorale diffonde gli opuscoli che narrano la storia della sua vita con le promesse riguardanti tutti gli aspetti della vita sociale, da il lavoro all’ istruzione, dall’ecclesiastica a quella militare. L’aspirante onorevole risponde tempestivamente ad ogni chiamata e si precipita fin nel più piccolo e disperso paese, con calore fraterno stringe ugualmente le mani grosse e povere come stringe quelle fini e ingioiellate; a tutti, amorevolmente nell’orecchio, sussurra: quando sarò onorevole potrò fare ogni raccomandazione e soddisfare la tua richiesta per un favore. L’aspirante onorevole termina tutti i pubblici discorsi con la stessa frase: sarò un umile rappresentante dei cittadini, datemi il vostro voto con fiducia e non ve ne pentirete. Invece, l’onorevole eletto, approva imperterrito i provvedimenti legislativi che non favoriscono la gente normale, che tartassano le piccole pensioni e le piccole imprese già falcidiate dalle tasse; non fa niente per aiutare i giovani a uscire dalla disperazione e per non campare tutta la vita sulle spalle dei vecchi genitori; con piccineria scarica la responsabilità della mancanza di cultura del merito sulle persone che chiedono un favore; non opera per superare i privilegi, ma approva le leggi che danno ulteriori benefici alla casta perché anche lui deve pur recuperare l’ingente somma investita per essere eletto. L’onorevole eletto approva la legge che impedisce alla magistratura di utilizzare le intercettazioni telefoniche che coinvolgono nelle indagini le personalità pubbliche, invece, in campagna elettorale, rispondendo ad una domanda dal pubblico sulla polemica delle intercettazioni telefoniche, aveva affermato: la pubblica personalità deve essere sempre visibile come una vetrina, quando sarò eletto metterò il mio telefono in collegamento diretto con Radio radicale. (Ricordo da un racconto di Tirella).
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