LETAMAIO

 

martedì, 22 ottobre 2013

LETAMAIO

L’italico ambisce incontrare il capo straniero e parlare la sua lingua per esprimere direttamente -evitando così il rischio di eventuali fraintendimenti della traduzione simultanea- di avere lo stesso pensiero e la stessa visione del mondo e per dare calde assicurazioni sue personali e degli alleati di governo i quali, compatti, sapranno perseguire con certezza ferma e sicura, gli stessi obiettivi in rapporto alle complesse problematiche socio-politiche-economiche. L’italico, con la sua gentile cortigianeria, svolge il ruolo del personaggio che fiancheggia il primo attore fornendogli l’occasione e le battute, ma i reciproci elogi che in teatro susciterebbero l’ilarità del pubblico, nei fortificati palazzi del potere provocano i ghigni minacciosi dei cittadini. Il culto dell’impersonalità s’incorona con l’Ordine del Letamaio. (Ricordo da un racconto di Tirella).

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DAVANTI  AI  MEI  OCCHI 
Davanti ai miei occhi stupiti 
ci sono le sbarre 
e il paesaggio del mondo 
con le fitte ombre verticali 
continua a vivere 
per il battito di infiniti cuori. 
Gli aguzzi denti 
sorridono ad altri denti 
mentre l’acqua limpida degli occhi 
scende per l’altra acqua 
e dentro le membra 
risuona lo scricchiolio delle ossa. 
Delle calde labbra 
e le sensazioni animali 
umane vette della felicità 
vivono sopra un guanciale. 
Vita! 
Correre 
ma le gambe ferme 
lasciano andare i nervi 
e nelle orecchie 
risuonano parole stanche.

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