EGOARCA TECNOCRATICO

 

lunedì, 7 gennaio 2013

EGOARCA TECNOCRATICO

 

L’ordine naturale delle cose, insito e inseparabile nella realtà, assieme ai principi di tipo utilitaristico nella ricerca del proprio egoistico interesse con il gioco della concorrenza, conduce al massimo vantaggio per la collettività. Il libero gioco del mercato concorrenziale è il meccanismo equilibratore dell’attività economica in quanto permette sia di sfruttare nel modo più efficiente le risorse disponibili sia di soddisfare, al prezzo più conveniente, la domanda dei consumatori. Lo Stato non deve intervenire lasciando l’iniziativa privata libera di agire nelle diverse sfere della produzione e dello scambio. Difatti l’egoista più forte occupa la caverna, domina la donna, schiavizza il più debole, fa la guerra contro il suo simile, tutto è preda da divorare; l’egoarca distruttore dell’umano invoca il ”baratro” nell’era tecnocratica. (Ricordo da un racconto di Tirella).

 

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U    M    A    N    O    I    D    I

 

Agli inizi dell’era tecnocratica

 

avvenne il periodo mediano.

 

Così definito fu quel tempo

 

della brutale mutazione umana.

 

Quotidiano il gioco delle parti

 

dava le proprie rappresentazioni.

 

I media normali e sopranormali

 

coinvolgevano somministrando illusioni.

 

Dibattiti nei confronti con vane parole

 

tra insipide cosiddette destre e sinistre.

 

Non più rappresentanti del popolo

 

ma falsi attori di spot pubblicitario.

 

Con le primarie come la democrazia

 

tutta la realtà divenne metafora vivente.

 

Il gioco degli strozzini con i differenziali

 

nelle borse schiacciò gli stati sovrani.

 

Il tiranno sistema mercato micidiale tumore

 

con le monete e le valute avviò la mutazione.

 

-Renzo   Mazzetti-

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