PERSUASORI

 

sabato, 22 dicembre 2012

PERSUASORI

 

Una egemonia si costruisce se essa ha i suoi quadri, i suoi elaboratori. Gli intellettuali sono i quadri della classe dominante economicamente e politicamente, sono quelli che elaborano la ideologia. Gli intellettuali sono i persuasori, sono i commessi della egemonia della classe dominante. Difatti l’intellettuale è mediatore di consenso. Gli intellettuali non sono un gruppo sociale autonomo, ma ogni gruppo sociale, affermando una propria funzione nella produzione economica, si forma degli intellettuali che diventano i tecnici della produzione. Questi intellettuali non si limitano ad essere solo i tecnici della produzione, ma sono anche quelli che danno alla classe economicamente dominante la consapevolezza di se stessa e della propria funzione, in campo sociale ed in campo politico. Danno omogeneità alla classe dominante ed alla sua direzione. Il capitalismo industriale crea essenzialmente i tecnici, gli scienziati, legati alla produzione. Sono questi gli intellettuali organici del capitalismo intimamente connessi alla funzione produttiva e alla funzione della economia capitalistica. Ogni gruppo sociale, quando si afferma nel campo economico e deve elaborare la propria egemonia politica e culturale, creare, dunque, i propri quadri, i propri intellettuali, trova al tempo stesso degli intellettuali già formati dalla società precedente, dalla precedente formazione economico-sociale: gli intellettuali tradizionali. La nuova classe dominante, mentre forma i propri intellettuali organici, si sforza di assimilare gli intellettuali tradizionali. In Italia, gli intellettuali tradizionali sono quelli di tipo umanistico, tra cui Gramsci comprende anche il clero. Gli intellettuali organici hanno nel capitalismo un rapporto più stretto con la produzione, gli intellettuali tradizionali hanno un rapporto più mediato, ma svolgono, più che non gli intellettuali organici, una funzione politica, di mediazione politica. I partiti elaborano i propri intellettuali, anzi i partiti contribuiscono a fornire allo Stato gli intellettuali. L’intellettuale, infatti, si forma come quadro nel partito e poi assume una funzione statale; però i partiti formano l’intellettuale in modo più organico, più stretto che lo Stato, e formano intellettuali di un determinato tipo. Paradosso: tutti i membri di un partito politico possono essere considerati intellettuali, in senso relativo. Questo è vero nel senso che il partito ha una funzione dirigente e che ogni membro di partito deve, quindi, in linea di principio, esercitare una funzione dirigente, pur limitata e modesta. La nozione tradizionale di intellettuale risulta così capovolta. Non decide più per Gramsci, come per Marx, la separazione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale. L’intellettuale è invece il quadro della società, più esattamente, il quadro di un apparato egemonico. In questo senso, anche un sergente semianalfabeta è un quadro e, quindi, un intellettuale. Il bracciante capolega, se è un capace dirigente, anche se analfabeta o semianalfabeta, è un intellettuale, in quanto è un dirigente, un educatore di massa, un organizzatore. **La distinzione gramsciana tra intellettuale tradizionale ed intellettuale organico tende ad essere superata per il modo in cui il capitalismo lega alla sua vita anche gli intellettuali umanistici**. (Meditazione sugli intellettuali dentro ”Il concetto di egemonia in Gramsci” di Luciano Gruppi).

 

 

 

[ Cerca: FRATTOCCHIE (archivio 17 luglio 2012) ; Cerca: FACCENDIERE (archivio 24 aprile2012) ].

 

 

 

U M A N O I D I

 

Agli inizi dell’era tecnocratica

 

avvenne il periodo mediano.

 

Così definito fu quel tempo

 

della brutale mutazione umana.

 

Quotidiano il gioco delle parti

 

dava le proprie rappresentazioni.

 

I media normali e sopranormali

 

coinvolgevano somministrando illusioni.

 

Dibattiti nei confronti con vane parole

 

tra insipide cosiddette destre e sinistre.

 

Non più rappresentanti del popolo

 

ma falsi attori di spot pubblicitario.

 

Con le primarie come la democrazia

 

tutta la realtà divenne metafora vivente.

 

Il gioco degli strozzini con i differenziali

 

nelle borse schiacciò gli stati sovrani.

 

Il tiranno sistema mercato micidiale tumore

 

con le monete e le valute avviò la mutazione.

 

-Renzo  Mazzetti-

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