BISOGNO DI ETERNITA'



SULL'ARNO.




BISOGNO DI ETERNITA' 

Siamo invecchiati non solo di anni, ma anche riguardo alle mete da raggiungere. Siamo arrivati ai confini del tempo, migliaia ne hanno scosso le barriere. E' arrivato il momento di moderarci. Abbiamo scoperto la menzogna della pallida sterminatezza della primavera, e le nostre mani ferite testimoniano delle invalicabilità degli ultimi muri. Ma neppure dobbiamo mandare oltre quella cinta i nostri poveri sogni come colombe della pace; essi non ritorneranno. Dobbiamo essere uomini. Abbiamo bisogno di eternità, perché solo questa dà spazio ai nostri gesti; pure sapendoci in un'angusta tristezza. Entro tali limiti dobbiamo crearci un infinito, visto che alla sterminatezza non crediamo più. Non dobbiamo pensare all'ampio, fiorente paese, ma rammentarci del giardino cintato, che pure ha il suo infinito: l'estate. Aiutateci in quest'opera. Creare un'estate, questo dobbiamo. … Non siamo più ingenui: ma ci dobbiamo imporre di diventare primitivi, per essere in grado di cominciare da quelli che lo erano davvero. Ci è forza diventare creature della primavera per raggiungere l'estate da annunciare nel suo splendore. Non caso, capriccio o moda ci ha riportato ai precedessori di Raffaello. Noi siamo i lontani eredi chiamati a molti lasciti. Vorrei sempre dire a qualcuno (non so a chi): ''Non essere triste''. E' questa è per me come un'intima confessione da pronunciare dolcemente, piano, in un profondo crepuscolo. (Meditazione su Il diario fiorentino di Rainer Maria Rilke).


R I N A S C I M E N T O I
Il coronato di spine più taciturno
divenne, meno acerbo il suo dolore.
E s'abbandona il popolo alla gioia.
Guerrieri levano il vessillo rosso
della forza sugli spalti del tempo
Ognuno in veste candida discende
nel fondo della vita, trova il suolo
arroventato di presentimenti.
Solo una donna ch'è già stanca attende
sul limite: la Vergine.
-Rainer Maria Rilke-
Firenze, 17 aprile 1898.




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