REALI MASCALZONI

domenica, 4 novembre 2012

REALI MASCALZONI

C’era una volta nel tempo lontano, molto, molto lontano, una realtà molto, molto misera, perché molto, molto, molto, molto inumana; questa realtà, moltissimamente inumanissima, reprimeva brutalmente tutto ciò che esisteva di diverso dall’usuale vita dell’epoca; di diverso, (meditate- meditate), emanazione del demonio o, più semplicemente, (per modo di dire) ritenuto non umano, ma, di diverso, umanissimamente umanissimo, moderno ”diverso”; era la realtà degli essere umani sofferenti che, condannati a subire torture inenarrabili, (la normale sensibilità umana non è capace neppure di immaginare) perché ‘’semplicemente ammalati”; ammalati non fisicamente ma mentalmente. Malattia psichica, come venne definita e catalogata dai dotti e dai risultati delle ricerche e dagli studi scientifici nella sua qualità; ma anche la malattia ”in soffitta” così definita comunemente dal saggio dire del volgo. Però, purtroppo, vincevano sempre i molto reali mascalzoni i quali, satolli di sfacciati privilegi nei loro stati di comoda traboccante ignoranza, al ministero degli interni affidavano la ”cura” della malattia non di corpo, la malattia invisibile. Infatti, quei poveri innocenti malati mentali, furono perseguitati e rinchiusi in manicomi galera. Sempre prigioni, sempre oppressi, sempre disperati e umiliati. Sempre più sofferenze indicibili per la plebaglia! Così oggi, nell’era moderna definita Era tecnocratica, la ”cura della malattia non di corpo” rappresentata della disperata povertà, delle rivendicazioni degli studenti, dei disoccupati e dei lavoratori è affidata alle forze dell’ordine che praticano la inefficace e barbara ”medicina” del manganello, contraria agli interessi generali della società, oltreché essere sempre e comunque una ”medicina” fascista e per questo rappresentare anche un crimine contro l’umanità. (Ricordo da un racconto di Tirella).

[ Cerca :   BALILLA  (31 ottobre 2012) ]

 P    E    N    S    I    E    R    I
 Un sorriso non più bianco
 non più nero né giallo
 aprirà la strada alla vita.
 Quando il padrone
 più non esisterà
 nelle officine il proletario
 diverrà libero uomo:
 Così avverrà la fratellanza!
 Certamente altre parole
 dovranno scaturire diversamente
 per comunicare le sensazioni,
 per dire dell’economia, della scuola,
 del lavoro, della letteratura,
 delle ricerche, delle esplorazioni ultraterrestri.
 Cosa diranno quelle parole?
 Per i sentimenti
 basterà dire: Amore.
 -Renzo  Mazzetti- 


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