COME DEI SPLENDENTI
venerdì, 2 novembre 2012
COME DEI SPLENDENTI
Cerchiamo di vivere felici, senza inimicizia, tra gli uomini
sottili e coloro che sono malevoli! Viviamo felici, senza malattie tra gli
ammalati! Viviamo felici, senza brama fra i bramosi, senza cupidigia fra gli
uomini cupidi! Viviamo felici, noi che non possediamo niente: sazi, come dei
splendenti, della gioia degli altri! La vittoria crea inimicizia, perché chi è
stato sconfitto giace sofferente. Chi ha abbandonato vittoria e sconfitta invece
è tranquillo e felice. Non c’è fuoco che bruci come la passione, non c’è
perdita che possa essere paragonata all’odio, né un dolore simile a quello di
esistere, né felicità pari alla gioia interiore! La fame è la peggior malattia,
i legami della nostra psiche sono le peggiori disgrazie; a chi invece ha
conosciuto le cose come sono davvero,L’estinzione appare come felicità suprema.
La salute è il guadagno più grande, l’essere contenti è la ricchezza maggiore,
la fiducia è il miglior parente, l’estinzione la felicità suprema. Chi conosce
la dolcezza della solitudine, e il succo della pace interiore, è privo di
dolori e di peccato, poiché ha bevuto l’essenza gioiosa della legge. Vedere gli
eletti è una cosa buona, la loro compagnia è sempre benefica. Quando non si
vedono degli sciocchi si sta sempre bene. Chi viaggia insieme agli stupidi
porta sempre dolore, come lo stare accanto al nemico. Stare con un saggio,
invece, porta felicità, come lo stare accanto a un parente. Quindi, come la
luna segue il cammino delle stelle, seguite chi è forte, intelligente, nutrito
dalla dottrina, capace di sopportare, di compiere il suo dovere, chi è un
eletto, un virtuoso, un saggio. (Meditazione su La felicità di Buddha).
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U M A
N I T A’
La massa misera
ha finito di mendicare
e più non può cadere
nell’oscurità della notte.
Lo sconforto medita
nelle infinite forme
cerca di essere ricomposto
e assume aspetti diversi
tutti esclusi e ripugnanti.
E l’umanità si evolve
e nell’aria il profumo del sapere
cerca la sorella, il fratello, l’uguale;
e il fratello cerca il fratello
e la sorella cerca la sorella,
sul vecchio, secco e spento,
s’ innesta fiero il germoglio
anteriore all’apparir da lontano
diventa ora in tutto l’immediato
non più novella speranza
per gli innocenti animi
nell’avvenire arride e avanza.
-Renzo Mazzetti-
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