FRATTOCCHIE

 

MARTEDÌ, 17 LUGLIO 2012

FRATTOCCHIE

Il periodo di studio, vissuto con entusiasmo dal giovane operaio, non sembrava avere aumentato il suo bagaglio di conoscenze. Quei giorni trascorsi ad ascoltare le lezioni dei docenti e a studiare sui libri, a partecipare alle riunioni ristrette e alle commissioni di lavoro per approfondire specifici problemi, a scrivere documenti e preparare interventi orali per le assemblee generali, gli sembravano una semplice imitazione della medesima attività politica già svolta in sezione e nell’officina. Questa impressione era la sensazione che sentiva in superficie dalle sue prime riflessioni, ma ciò non significava che ritornava nelle stesse condizioni culturali di quando era partito. Non gli era stato insegnato come ci si presenta in pubblico: se era più apprezzato vestirsi con giacca e cravatta oppure con jeans e maglietta; se con il capello curato e corto oppure lungo con la barba incolta; se suscitava più simpatia apparire con uno smagliante sorriso oppure assumere un aspetto serio, pensoso, riflessivo. No, era chiaro, non gli era stato insegnato nulla che riguardasse l’apparire. Non gli era stato insegnato a studiare bene un testo e riuscire a ripeterlo a memoria senza esitazione e, con efficace comunicativa, mantenere l’attenzione degli ascoltatori; non gli era stato insegnato a credere e avere fede nelle personalità importanti e famose, ad obbedire sempre e comunque alla gerarchia superiore. Non gli era stato insegnato nulla di nulla che già sapesse. Eppure qualcosa di essenziale sentiva volteggiare nel proprio intimo. Mentre il treno lo riportava in Toscana, il suo sguardo si perdeva nella compagna laziale e il cervello continuava a pensare e curiosare; lo sentiva allegro nella ricerca continua, autonomo e pulsante come il cuore. (Ricordo da un racconto di Tirella).

P R O T A G O N I S T I
Perché morire senza la vita?
Nel tutto che ti s'avanza
nel presente sei già futuro
proiettato dalla profondità
dei sentimenti fraterni perenni
non trovi l'albagica versione
ma la concretezza delle verità.
La battaglia umana diventa realtà
perché della dignità porta l'impronta
di una vita discussa e lottata.
E per le ''lacrime amare
inghiottite dagli occhi lontano guardanti'':
Stringi la mano e sferra il pugno!
E il cuore già batte più forte
e le gambe già corrono lontano.
Ma è qui
che l'avvenimento di vita assume
dove l'occhio dall'alto più non vede
negli orizzonti dell'intimo indomito
sofferente e uguale nelle aspirazioni
figura di sommi capi protagonisti.
-Renzo Mazzetti-

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