GOLIARDO
MARTEDÌ, 19 GIUGNO 2012
GOLIARDO
Volere divino, destino, moderna coincidenza. Significativo segno dall’inesistente che lancia strani splendidi interrogativi che attraggono. Giovanni Marradi, nato a Livorno nel 1852, me lo sono ritrovato quando, tornato ad abitare in Firenze, ho letto il nome sulla targa della strada. L’avevo conosciuto e ammirato già prima meditando sulla poesia ”La rapsodia garibaldina”, ma ora, la prima conoscenza, diventa un esplicito segno invitante alla ricerca di rapporto artistico profondo e particolare da sviluppare. (Ricordo da un racconto di Therios).
Guarda ove par che ondeggi, nell’alte solitudini,
Sente il poeta l’eco misteriosa, il palpito
Dell’armonia che gli astri perennemente gira,
E a voi rapisce, in ritmo di sapienti musiche,
Suoni alla terra e al cielo come un’immensa lira.
Come una lira immensa, rapisce accordi all’intimo
Concerto delle cose che nel suo cor vibrò,
E ode per gli azzurri silenziosi ascendere
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