POLPETTE
LUNEDÌ, 28 MAGGIO 2012
POLPETTE
Ho conosciuto una sola appartenenza, la Chiesa, e non ho mai
partecipato direttamente, neanche da giovane, ad organizzazioni cattoliche,
tanto meno alla dc. Non bisogna mirare a collateralismi rovesciati e che si
deve tener conto della strategia politica della Chiesa ufficiale: strategia che
finisce col rafforzare l’ipotesi delle schegge in quanto resta a guardia di
un’unità politica, in realtà inesistente, ma ancora considerata supporto
convenzionale necessario. Ora lo sblocco della democrazia italiana, si voglia o
no, richiede la fine di tale strategia non solo di fatto ma anche, per così
dire, di diritto. Occorre cioè che la Chiesa ufficiale si convinca che
l’appoggio alla dc, sia pure convenzionale, o per immagine, non serve più. La
novità deve mirare a questo obiettivo: creare le condizioni perché milioni di
voti cattolici possano abbandonare la dc senza più emarginazioni oggettive da
parte della comunità ecclesiale né timori soggettivi di irrilevanza pubblica
della professione di fede né illusioni che schierandosi con De Mita e
Martinazzoli non ci si schiera anche per Gava e Gaspari. Nonostante la firma di
Craxi sotto il concordato, il psi non c’è riuscito: anche per i socialisti si è
trattato, e si tratta, soltanto di schegge. Allora non è possibile dichiararsi
soddisfatti di un opposto convergere di atteggiamenti: da una parte, i
cattolici, ”attesa prudente”, dall’altra, il pci, ”intelligente rispetto”.
Seguitando così, vedo il pericolo che nulla si muova e tutto resti com’è: il
nuovo partito con qualche individualità cattolica in più, nell’ipotesi
migliore, ma anche con molte meno, com’è avvenuto, del resto, dal 1976 in poi,
e senza speranza di adesioni massicce. Mentre i cattolici stufi della dc o ci
rimangono in cronico e sterile disagio o vanno ad ingrossare le file
astensionistiche e leghiste. Vedo questo pericolo tanto più incombente se
guardo al comportamento comune di maggioranza e minoranza nel pci: negli
interventi degli uni e degli altri il riferimento ai cattolici è diventato
sempre più raro e quando c’è appare più una citazione di rito che una questione
politica essenziale. Una specie di prezzemolo sulle polpette, si direbbe in
Toscana: se c’è bene; se no, è irrilevante.
indovina
l’indovinello:
chi è l’autore ?????
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I L C O C O N A N O
In una bella pentola metto:
un po’ di sale grosso,
cinque spicchi d’aglio rosso,
sette foglie di salvia,
nove bacche di pepe nero,
mezzo chilo di Coco Nano,
abbondante acqua piovana,
un breve fil d’olio extravergine toscano
e accendo, basso-basso, il fornello;
poi, a cinque salsicce nostrane
prima di bollirle strappo la pelle.
Del pane
a lievitazione naturale
a legna cotto
ne taglio fette sottili
cospargendo così la tovaglia multicolore.
Con il fitto colino
pesco il Coco Nano
e togliendo il pepe
ne conto fino a nove;
dono una salsiccia a bocca
con la simpatica presenza
per lungo nel mezzo tagliata;
il tutto abbondante condisco
con l’extravergine crudo
offrendo gioioso al tracanno
il rosso di Certaldo.
-Renzo Mazzetti-
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