EQUIVALENTE
lunedì, 6 febbraio 2012
EQUIVALENTE
In tutto il mondo
retto da questo calendario le persone s’intrattengono a dibattere con se stesse
le buone azioni che intendono mettere in atto nell’anno che incomincia,
giurando che saranno rette, giuste ed equanimi, che dalla loro bocca emendata
non uscirà mai più una parola cattiva, una bugia, un inganno, anche se il
nemico lo meritasse, è chiaro che è degli uomini comuni che stiamo parlando,
gli altri, quelli d’eccezione, fuori dell’ordinario, si regolano in base a
ragioni proprie per essere e fare il contrario, sempre che ne ricavino gusto o
interesse, questi sono coloro che non si lasciano illudere, arrivano a
ridersela di noi e delle buone intenzioni che mostriamo, ma, alla fin fine, lo
impariamo con l’esperienza, già nei primi giorni di gennaio abbiamo dimenticato
metà dei nostri propositi e, avendo tanto dimenticato davvero non c’è motivo di
tener fede al resto, è come un castello di carte, se già sono caduti i piani
alti, è meglio che rovini giù tutto e si mescolino i semi. Per ciò c’è qualche
dubbio che Cristo si sia congedato dalla vita con le parole della scrittura,
quelle di Matteo e Marco, Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato, o quelle
di Luca, Padre, nelle tue mani depongo il mio spirito, o quelle di Giovanni,
Tutto è compiuto, quello che Cristo disse è stato, parola d’onore, qualunque
popolano lo sa che la verità è questa, Addio, mondo, di peggio in peggio.
Mentre gli dei sono silenziose entità che ci guardano indifferenti, per i quali
il male e il bene sono meno che parole, perché non le pronunciano mai, e come
potrebbero pronunciarle, se anche tra il bene e il male non sanno far
distinzioni, anche loro procedono nel fiume delle cose, come noi, da loro
distinti solo perché li chiamiamo dei e a volte ci crediamo. Questa lezione ci
è stata data perché non ci affatichiamo a giurare nuove e migliori intenzioni
per l’anno che viene, non è per quelle che ci giudicheranno gli dei, per gli
atti nemmeno, solo i giudici umani osano giudicare, gli dei mai, poiché si
suppone che sappiano tutto, a meno che tutto ciò sia falso, che giustamente la
verità ultima degli dei sia il non saper nulla, che giustamente non sia la loro
unica occupazione dimenticare ad ogni momento ciò che in ogni momento insegnano
loro le azioni umane, le buone come le cattive, equivalenti, in fin dei conti,
per gli dei, perché per loro inutili.
I n d o v i n a
l’ i n d o v i n e l l o:
c h i è l’ a u t o r e ????????????????
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P A S
S O D
E L L
A F U T A
10 a g o s t o 2007
Cammino raccolto
nel cimitero
terribilmente immenso.
Da nemici viventi
nelle vostre tombe
vi considero fratelli.
Ma quanta umanità
trucidata inerme
atrocemente sofferente.
Ma quanto grano
olio e riso
gettati nel fango.
Ma quante opere
ridotte a macerie
sulla terra affogata dal sangue.
Dell’esercito possente
foste soldati
implacabili.
Implacabili destini
di morti
anche voi ammazzati.
Uccisi da fratelli
e compagni salvatori
di nuova avvenuta vita.
Spero che qui
sepolti solo corpi
resti e solo resti di corpi.
Gli spiriti
sereni ritornati
da dove i corpi vennero.
La terra della Futa
non perdona
non odia.
Con pietà
custodisce le spoglie
silente ricorda.
-Renzo Mazzetti-
(ToscanAutori Antologia. Ibiskos Editrice. Empoli anno 2008)
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