ELLI

GIOVEDÌ, 16 FEBBRAIO 2012

ELLI

 

 Caro compagno, mi è dato ancora di potermi congedare da te, cosa che ai più non è purtroppo concessa. Lo so, se tu ne avessi la possibilità, ti prenderesti il peggio in vece mia; ma ognuno, di ciò che fa, deve rispondere di persona. Il mio amore per te mi rende tutto più facile di quanto non avrei creduto. Non occorre assicurarti ancora che ti amerò fino alla tomba. Per i bambini sii sempre quello che sei stato per me, un compagno. Non so come tu stia, ma credo bene, come sempre. Il mio pensiero è con te, a casa. Ma è ormai inutile piangere. I bambini, la nonna e te mi rendete l’addio indicibilmente duro. Ma prima che uno possa rendersene veramente conto, tutto sarà finito. Ti ringrazio delle brevi ore felici e spero che la vita ti conceda ancora qualcosa di bello. Continua ad essere ciò che sei stato fino a ora, un uomo dritto e onesto. Sperando nella vita, mi avvio alla morte. Vado con la fede in una vita migliore per voi. Siamo forti! Credi nei miei più cari auguri per te e per i bimbi. Ultimi saluti e baci la tua Elli. (Elli Voigt di anni 32, berlinese, operaia, sposata con il comunista Fritz Voigit, decapitata dai nazisti nel dicembre 1944).

 

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P  E  R  C  H  E’    G  I  U  N  G  A  N  O
Una candela, e più nulla. Quel lume fievole
meglio s’addice, più fascinoso sarà,
quando le Ombre giungano, Ombre di Voluttà.
Una candela. Via, stasera, dalla camera
troppe luci. Mi sia dato fantasticare,
perso nella malia suggestiva del sogno,
abbandonato al sogno entro quel lume fievole,
perché le Ombre giungano, Ombre di voluttà.
-Costantino   Kavafis-





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