DIABOLICO
lunedì, 16 gennaio 2012
DIABOLICO
Il re è nudo e
finalmente tutti possono vederlo. Salutato come salvatore della patria e
liberatore dall’incubo berlusconiano, il Governo “tecnico” dei professori, dopo
aver approvato la prima fase di macelleria sociale come regalo natalizio, si
appresta ora al secondo decisivo affondo: la cancellazione di ogni spazio
pubblico nella gestione della società e delle comunità territoriali. Incurante
del fatto che la drammatica crisi globale in cui siamo immersi segni in prima
istanza il definitivo fallimento delle politiche liberiste; indifferente al
fatto che i referendum dello scorso giugno abbiano chiaramente indicato la fine
del consenso sociale all’ideologia del “privato è bello”, il Governo Monti
persevera imperterrito nella funzione per cui è stato voluto dai poteri forti
economico-finanziari e subito dall’inconsistenza politica dei partiti di
centro-destra e di centro-sinistra: passare dal “privato è bello” al “privato è
ineluttabile e obbligatorio”. Un modello capitalistico in crisi di
sovrapproduzione da oltre due decenni, posticipata ad oggi grazie all’enorme
espansione della speculazione finanziaria, di fronte al precipitare sistemico
della propria crisi ha davanti a sé una sola strada per mantenersi in vita:
smantellare totalmente i diritti del lavoro (fase 3 del Governo “tecnico”) e
mettere a valorizzazione finanziaria tutti i beni pubblici, a partire da quelli
ad alta redditività perché primari ed essenziali come l’acqua. Ventisette
milioni di donne e uomini di questo Paese, nel giugno scorso, hanno votato per
l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la
sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto. Le stesse donne e
uomini hanno votato anche in difesa dei servizi pubblici locali contro le
strategie di privatizzazione. Quel risultato, frutto di una mobilitazione
sociale dal basso e senza precedenti, costituisce la vera spina nel fianco dei
poteri forti, intenti a trasmettere ad ogni piè sospinto le esigenze dei
mercati, nuove divinità colleriche cui fare sacrifici per garantirsene la
benevolenza. Cancellare quel risultato diviene prioritario per poter procedere:
e se non si può farlo con un consenso ormai perso, deve essere utilizzata
l’autorità. Solo così si spiega il disprezzo per il voto referendario espresso
a più riprese in questi giorni da diversi esponenti di governo in trasmissioni
televisive e in dichiarazioni sui mass media. Solo così si spiega come, dietro
la foglia di fico delle “liberalizzazioni” di alcune categorie di servizi, ci
sia la volontà di intervenire sulla gigantesca torta dei servizi pubblici
locali (70 miliardi di Euro solo per gli investimenti negli acquedotti). Nella
crisi sistemica, l’antagonismo tra democrazia e mercato non potrebbe essere più
evidente: per il professore Monti –quello del ripristino del rispetto per le
istituzioni- il voto consapevole e costituzionalmente garantito della
maggioranza assoluta degli italiani nulla conta di fronte all’esigenza delle
multinazionali francesi e nostrane di poter usufruire di un business garantito
come quello sull’acqua. La posta in gioco questa volta è drammatica: in gioco
non c’è solo -e non è poco- un bene primario come l’acqua; sotto attacco c’è la
democrazia, ovvero il diritto per le donne e gli uomini di questo Paese di
poter decidere sui beni che a tutti appartengono e sulla loro gestione. Il
Governo Monti va immediatamente fermato. Possiamo farlo perché siamo molti più
di loro, possiamo farlo perché consapevolmente abbiamo attraversato le strade e
le piazze di questo Paese portando il nuovo linguaggio dei beni comuni e della
democrazia partecipativa come risposta alla dittatura dei mercati finanziari;
possiamo farlo perché tra la Borsa e la vita abbiamo scelto, tutte e tutti
assieme, la vita. Il re è nudo: riempiamo le piazze e, al suo passaggio,
indichiamolo con il dito e sorridiamo di futuro.
I N D O V I N A
L’ I N D O V I N E L L O:
C H I E’ L’ A U T O R E ?????????????
??????????????????????????????????????????????????????????????????????
A P R I L A P O R T A
Apri la porta
fai inondare d’azzurro cielo liberamente
la mia stanza ed entrare il profumo dei fiori.
Lascia i primi raggi del sole
bagnare tutto l’essere mio
e irrorarne il vigore.
”Sono vivo” Questo messaggio di saluto
fruscia di tra le foglie della foresta
asciamelo udire.
Che il mattino m’avvolga nel suo velo,
com’esso avvolge la terra verde di molle erba adorna.
L’amore che ricevetti nella vita
la sua muta voce io odo nel cielo,
nel vento.
Nelle sue pure acque mi bagno
e vedo la Verità della vita scintillante come gemma
nel cuore dell’azzurro.
-Rabindranath Tagore-
[Cerca: GENEROSO]
Commenti
Posta un commento