ABITUDINE

sabato, 19 novembre 2011

ABITUDINE

 

L’abitudine è una nostra natura. Chi si abitua alla fede, ci crede e non può più non temere l’inferno, e non crede ad altro. Chi si abitua a credere che il re è terribile… eccetera. Chi dunque può dubitare che, essendo la nostra anima abituata a veder numero, spazio, movimento, crede a tutto questo e a nient’altro che a questo? Che cosa sono i nostri principi naturali se non i principi che abbiamo acquisito con l’abitudine? E nei fanciulli, che cosa sono quei principi che hanno ricevuto dall’abitudine dei loro padri, come negli animali l’istinto di caccia? Una differente abitudine ci darà altri principi naturali, come si vede per esperienza. E se ce ne sono alcuni che non possono essere cancellati dall’abitudine, ce ne sono altri che provengono dall’abitudine contro la natura e che non possono essere cancellati né dalla natura né da una seconda abitudine. Ciò dipende dalla disposizione. (Meditazione su: Dio o il mondo? di Blaise Pascal).

 

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U N A    M O S C A    M O R T A

 

Perché una mosca morta

 

non suscita alcun sentimento?

 

Eppure è un essere

 

nato, vissuto, ed’ora è morto!

 

Ha imparato a muoversi,

 

a volare, a cibarsi.

 

Anch’essa avrà avuto

 

i suoi intimi ed esterni sentimenti:

 

la prima emozione

 

nel vedere le cose,

 

nell’assaporare l’aria,

 

nel sentire i primi rumori.

 

La sensazione nel primo volo

 

diventato cosa abituale

 

come il camminare perpendicolare

 

su di un vetro di una finestra.

 

Ha avuto i primi timori

 

dalle ombre delle mani.

 

Ha avuto l’ultima ossessione

 

nel volare attorno ad una lampadina

 

e sentirsi attratta dalla sua luce

 

e sentirsi bruciare dal suo calore.

 

Perché una mosca morta

 

non suscita alcun sentimento?

 

-Renzo Mazzetti-

 

(NaturAmica, IBISKOS EDITRICE,Empoli2005) 

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