EMILIO
GIOVEDÌ, 29 SETTEMBRE 2011
EMILIO
Carceri Giudiziarie di Roma. Cara ed amata mamma,
ti scrivo mentre davanti a me ho ancora poche ore di vita. Mamma perdonami è un
grande dolore che ti do; ma è il dovere che mi chiama. Vado morendo contento
che un giorno ti rivedrò lassù pregherò il S.Cuore perché abbia a consolarti.
Raggiungo il mio caro papà che mi attende. E’ il mio ultimo scritto, ma non ti
accasciare, perdona il figlio che ha una brutta sorte. I miei fratelli mi
vendicheranno e lo voglio da loro, muoio con ingiustizia. E a Roma riposeranno
le mie ossa: questa città è stata delle mie sofferenze e la mia tomba. Da lassù
ti guarderò e ti guiderò. La mano mi trema e non so più quello che dico. Ti
chiedo ancora perdono. Muoio con due rancori; uno di aver dato ad una mamma un
dolore, ma tu mi perdoni ed io muoio contento, l’altro di aver deluso una
ragazza che tanto mi amava. E se un giorno la vedrai, lei ti racconterà di me.
Ed ora termino perché l’ora si avvicina. Perdona, perdona, mammina; ti bacia e
ti abbraccia per l’ultima volta il tuo Emilio, baci ai miei fratelli cari
Ottorino e Carlo. Addio per sempre, mamma cara, il tuo EMILIO addio! (Emilio
Scaglia -Medaglia d’Argento al Valor Militare, di anni 20, Guardia di Pubblica
Sicurezza, fucilato con altri quattro compagni alla vigilia della liberazione
di Roma, giugno 1944).
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