UNO

MERCOLEDI'  10  AGOSTO  2011 h.  05,47.


UNO                                            

Non vendo nulla perché vi sono troppi uomini. Le emigrazioni vanno troppo a rilento. Vi sono troppi cenciosi. Se gli straccioni se ne andassero, le persone solide comprerebbero di più. Il dramma è che essendovi troppi straccioni, viene prodotto di più di quanto non si possa vendere. E' veramente molto semplice, ma, nello stesso tempo, anche molto triste. Viene prodotto troppo, cioè, secondo il concetto di chi è nel commercio, viene prodotto di più di quanto non possa essere venduto. Ma, domando io, in Germania viene prodotto di più anche di quanto non si possa consumare? Non sembra: infatti, malgrado tutte le lamentele sull'eccedenza delle merci e la sovrabbondanza dei mercati, vedo ancora una quantità di poveri diavoli d'ambo i sessi girare con calzoni e gonne rattoppati e con visi tristi. La ricchezza materiale generale di una nazione consiste nell'abbondanza dei suoi prodotti, mentre il denaro è soltanto lo specchio di questa ricchezza. La Germania è ricca e ultraricca: ma questa ricchezza si trova negli artigli di alcuni pochi. Costoro non ne mettono fuori nulla, se non contro danaro in contanti. Ma questo danaro è, di nuovo, nelle mani di pochi soltanto, che, però, non hanno la possibilità di fare uso di tutta quanta la ricchezza di merci. Per questo, gli altri se ne vanno in giro. La ricchezza e la potenza dei monopolisti del danaro sono collegate alla miseria e alla schiavitù dei poveri. E' passato il tempo, in cui ci si faceva prescrivere dal cielo le istruzioni e, ad onore di Dio, ci si cingeva i fianchi con un cilicio. Non rinunciare, ma godere. Non solo la necessità esteriore, l'oppressione dello stomaco, il sollecito del palato, il rodente dolore della preoccupazione per il cibo mostreranno la loro potenza, ma anche entreranno in campo esigenze più nobili, spiriti a prova di spada e di colpi. E se tutto questo non fosse già nato, questa tremenda inuguaglianza dovrebbe contribuire a formare il sentimento dell'uguaglianza, come questa insopportabile schiavitù quella della necessità della libertà. Il bisogno è un profondo pensatore e un forte eroe. Il bisogno spezza il ferro. Le più grandi rivoluzioni nello spirito e nella vita degli uomini, si sono presentate tenendo per mano il bisogno. Allorché l'umanità, come uno schiavo disperato, languente, dimentico di Dio, giaceva a terra sotto il pugno di ferro dei romani, egoistico e bramoso d'oro, allora venne Uno e disse: Voi siete tutti fratelli. (meditazione su: Emigrazione di August Becker).

ALL’ORTO
All’orto! All’orto!
La terra non si ribella?
Tutto accetta, supina soccombe?
Sdegnata si ritrae vergognosa?
Senza un pizzico di fantasia?
Senza alcuna umana utilità?
Veramente è persa la speranza?
Non più riposa saggio nel sogno?
Funziona bene il tubo digerente?
Rutta liberamente sazio il consumatore?
Sgomita sculettando il mercato spensierato.
Verdure genuine, verdure genuine!
-Renzo Mazzetti-

 

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