FRANCESCO

GIOVEDÌ, 30 GIUGNO 2011

FRANCESCO

croce e foglie.  Cara moglie, quando riceverai questa mia non sarò più di questo mondo. Perdonami, avevo sognato un mondo di felicità, così invece ti lascio sola con due bambini. Abbi per essi tutte le cure che so che tu ne hai perché sei buona. Muoio col vostro nome sulle labbra sperando in una eternità migliore che non ho trovato in questa vita. Tanti bacioni ai bambini un ultimo abbraccio a te saluti a tutti. Tuo Francesco. (Francesco Rigoli (Silvio), responsabile del Partito Comunista Italiano per la zona di Sesto San Giovanni, Fucilato nel dicembre 1944).

 O CARA MOGLIE

 O cara moglie, stasera ti prego,
 dì a mio figlio che vada a dormire,
 perché le cose che io ho da dire
 non sono cose che deve sentir.

 Proprio stamane là sul lavoro,
 con il sorriso del caposezione,
 mi è arrivata la liquidazione,
 m’han licenziato senza pietà.
 

E la ragione è perché ho scioperato
per la difesa dei nostri diritti,
per la difesa del mio sindacato,
del mio lavoro, della libertà.
 

Quando la lotta è di tutti per tutti
il tuo padrone, vedrai, cederà;
se invece vince è perché i crumiri
gli dan la forza che lui non ha.
 

Questo si è visto davanti ai cancelli:
noi si chiamava i compagni alla lotta,
ecco: il padrone fa un cenno, una mossa
e uno dopo l’altro cominciano a entrar.

O cara moglie, dovevi vederli
venir avanti curvati e piegati;
e noi gridare: crumiri, venduti!
E loro dritti senza piegar.

Quei poveretti facevano pena
 ma dietro loro, là sul portone,
 rideva allegro il porco padrone:
 l’ho maledetto senza pietà.

 O cara moglie, prima ho sbagliato,
 dì a mio figlio che venga a sentire,
 ché ha da capire che cosa vuol dire
 lottare per la libertà.
 -Ivan Della Mea-

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