INFAUSTO BIS

 venerdì, 20 agosto 2010

INFAUSTO BIS

Misero e politicamente squallido il signor Infausto Giorno ha smarrito la speranza nel sogno per un futuro diverso; non più lotta per una società avanzata e migliore, per un mondo di liberi ed uguali, ma posa davanti ai riflettori, seduto sullo scranno aureo dove il suo sedere diventa testa e la sua testa diventa il suo sedere; non parla più normalmente di quella specie di nuovi pensieri, che, retrogradi, sonoramente fuoriescono; nel forbito arieggiare saccente, mima la metafora dell’altro mondo possibile – dopo la vita terrena – mentre quello reale, suona falsato nella pronuncia arrotolata in lingua moscia. Poi, tutta l’eccellenza della tragedia si rivelò nell’ultima recita, difficilmente rappresentabile e impronunciabile “Dell’Indicibile” di cui Infausto Giorno è autore e attore. Sonore furono le fischiate da parte del pubblico competente; mentre ricevette lievi applausi – quasi muti – con però calde pacche sulle spalle, buffetti sulle guance dai cortigiani e dei cari sorrisi maligni del re. Fortunatamente l’autore Falce Martello a soggetto scrisse: “ Ignoranza, ignavia, tradimento!“ alle cui rappresentazioni praticamente non partecipò quasi nessuno ma, narra la novella, ricevettero poche critiche contrarie, e, a causa della famosa privacy, non fu possibile conoscere l’ importo degli incassi.

MORTE DI UN FARFALLONE
 Tu farfallone che volando
 attorno a quella lampadina
 hai trovato il tuo sole
 che implacabile ti attrae
 sei felice e giri e giri
 accecandoti per la sua luce
 e bruciandoti le ali per il suo calore.
 Il tronco del tuo corpo
 mutilato di zampette e di ali
 e cieco dagli occhi
 cade sulla tavola
 dalla quale mani noncuranti
 ti spazzano via come briciole di pane
 e un piede ti schiaccia sul pavimento.
 E’ terminato così il ciclo della tua vita
 non speso nell’aria libera
 cercando le foglie verdi della primavera
 e giacere poi dondolante al caldo vento
 e sentire il fruscio della falciatrice
 fra le voci dei contadini in mezzo al grano
 e guardare così la vera luce e il vero calore.
 Saresti stato felice.
 -Renzo Mazzetti-

VEDI:

L'ALUNNO BIS


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