CACCIA&PESCA BIS

 

martedì, 24 agosto 2010

CACCIA&PESCA BIS

Scostati, mi disse il babbo, e colpì con l’accettino la canna di Bambù. L’aveva scelta di media grandezza: non troppo pesa né troppo lunga, giusta per me. Tornati a casa, nella capanna di dietro, ebbe inizio il lavoro di creazione. Tieni qui e, preso il metro, quello da sarta di mamma, misurò tutta la canna: cinque metri e otto centimetri, bene! Misurò un metro e mezzo, fece un tratto incidendo la canna con il coltello, ripeté l’operazione per altre tre volte; l’ultimo tratto, quello della cima, veniva più lungo, ma andava più che bene per la sua funzione da cannino molto flessibile ed elastico. Ora tieni forte e, preso il seghetto da legno, tagliò in quattro parti la canna. Accese una Nazionale esportazione senza filtro, fece un lungo peo, soffiò in aria l’intenso fumo, poi, con lo stesso cerino, sciolse la ceralacca rossa e con un cordino avvolse strettamente le estremità tagliate della canna; ogni operazione era saldata e raffreddata da un brusco soffio del peo sulla ceralacca. I quattro pezzi di canna sistemati e, infilati l’uno nell’altro, formavano veramente una bella canna da pesca; prese il rocchetto della lenza, la legò alla base dell’attaccatura del cannino e, giro-giro la portò fino alla estremità dove, con altri tre nodi, fissò ancora la lenza; alzò la canna fece scorrere il rocchetto di lenza sino alla base, ne allungò altre cinque o sei palmi e la tagliò. Passami il galleggiante, quello verde-rosso e lo infilò con la lenza, lo fece scorrere fino alla metà della canna; prese un amo di media grandezza, da anguilla, con esperte movenze delle mani, in punta di dita, lo annodò saldamente alla estremità della lenza, alla distanza di dieci dita fissò un piombino; infilò con delicatezza la punta dell’amo nel pezzetto rettangolare di sughero, vi avvolse la lenza, smontò nei quattro pezzi la canna, con un elastico fissò il sughero alle canne, legate insieme con un paio di spaghi. L’ armatura era pronta. Ora, disse il babbo, andiamo a caccia di beci; in fondo ai campi, Rosindo teneva la concimaia, con la paletta ebbe inizio la caccia al lombrico: ne catturai, scacciando le golose galline e un passerotto svolazzante, quasi un barattolo pieno; l’Arno ci aspetta, andiamo! Tommy, correndo dietro al motorino, abbaiava scodinzolando.

 SOGNAI UN MONDO
 Sognai un mondo senza deboli e grassi
 senza dollari, senza franchi e pesete,
 dove non c’erano frontiere, non c’erano
 governi bugiardi,
 non c’erano missili e giornali che puzzano.
 Sognai un mondo dove ancora tutto primordialmente
 si arriccia come un ciliegio selvatico alla rugiada
 gremito di usignoli e di tordi,
 dove tutti i popoli erano in fratellanza e parentela,
 dove non c’era la calunnia, non c’era l’oltraggio,
 dove l’aria era pulita come di mattina
 sul fiume…
 -E. Evtuscenko-

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CHIOCCIOLE BIS


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