MAYA BIS

lunedì, 30 agosto 2010

MAYA BIS

Non si vedeva da molto tempo, ma questo non dava apprensione perchè, la grande cacciatrice, saliva nel bosco e fino a buio non ritornava. Ma ora era già buio e non si vedeva. La signora era in pensiero e il suo bel sorriso da un po’ era scomparso, lasciando il posto a due occhi cupi intensi, scrutanti, irrequieti intorno alla casa. Aveva ripercorso tutti i possibili luoghi, aveva guardato attentamente in tutti i possibili noti, immaginati e inimmaginati nascondigli, ma niente di niente: lei non si vedeva. Aveva interrogato con lo sguardo e la voce gli altri e le altre che potevano sapere, ma niente di niente di nuovo. La disperazione dovuta alla impotenza prendeva sempre di più campo e un pianto lieve scorreva sulle sue bianche guance. Con voce rotta dai singhiozzi chiamava: Maya! Maya! E cercava e cercava, ma niente, sempre niente di niente. Di Maya non solo un’ombra, una benché minima traccia. Ma ormai si era fatta notte, notte fonda: non rimaneva che coricarsi. La notte trascorse nel dormiveglia drammatico, con squarci di inenarrabili incubi, che per la loro improvvisa apparizione facevano scuotere il corpo come per delle convulsioni e stordivano la mente come mazzate. Alle cinque del mattino il primo splendente sole di luglio già caldo la fece finalmente alzare, si recò in bagno per la toilette di routine e un miao! miao! disperato la guidò verso un armadietto.

 M A Y A
 Ondeggia leggiadra la coda
Maya passeggia superba
fusando attorno a Marta
che caldamente accarezza
l’arcuata schiena che cerca.
Assorta guarda
la Luna bianca
che è falce sottile
con a fianco una stella
puntino bianco luminoso.
 -Renzo Mazzetti- 

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RENATO BIS


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