MERCATO
venerdì, 30 ottobre 2009
MERCATO
Uno dei mali che affliggono l’umanità è il sistema del mercato. Il cittadino, il popolo sovrano, non è più tale: è stato declassato a semplice consumatore. In questo declassamento vi è amplificata la disuguaglianza: c’è chi consuma poco, chi non riesce a soddisfare bisogni essenziali in fatto di alimentazione, vestiario, abitazione; c’è chi si abbandona a ogni specie di consumi voluttuari, di sprechi e dissipa senza freni e senza pudore. Ci sono ancora i poveri, persone malnutrite, prive di cure, condannate a vivere in case malsane; ci sono in più i nuovi disperati che erano benestanti con il loro lavoro e sono anch’essi ridotti alla povertà. Tutto ciò è dovuto agli spaventosi accumuli di ricchezze, agli egoismi, alle ingiustizie fatte da “pochi“ potenti mentre la stragrande maggioranza della popolazione ( ridotta a poveri consumatori ) soffre la disoccupazione e la sottoccupazione, bassi salari, stipendi e pensioni. Vi è paradosso e assurdità, ipocrisia è derisione nell’appello dei governanti rivolto all’ottimismo e a spendere per far “girare” l’economia. Il bisogno essenziale per la sopravvivenza viene a stento espletato da milioni di persone, per non parlare della alimentazione del cervello e dello spirito con il diritto all’istruzione, alla vita culturale e artistica, all’acquisto di libri, musica, film, difesa della salute e salvaguardia ambientale. Il problema è quello di una modificazione profonda negli orientamenti della produzione, programmare democraticamente per produrre cosa, quanto e per cosa. La direzione della vita economica e sociale non può continuare ad essere soggetta alla legge del mercato e del profitto di pochi. La vita umana è unica e breve, ( nini, ci siamo a veglia, mi diceva la mia nonna ) deve essere almeno completa, multidisciplinare, ricca e piena, una vita nella quale ogni essere vivente esprima tutti i suoi valori reali con senso, valore e felicità.
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