COSTITUZIONE
martedì, 20 ottobre 2009
COSTITUZIONE
La Costituzione, per quanto sia il risultato di un compromesso fra le diverse e contrastanti correnti politiche, è da considerarsi schiettamente democratica, di quel massimo di democrazia che è possibile in un Paese che non ha superato nella sua formazione la fase storica del capitalismo. La Costituzione, fin dal suo apparire ed anche prima, è stata sistematicamente boicottata e ignorata dai potenti gruppi conservatori e reazionari che dominano la vita del Paese, i quali hanno sempre visto in essa una limitazione alla loro incontrollata egemonia. Già nel maggio dell’anno 1950, in una prolusione all’Università del Lavoratore, il senatore Terracini avvertiva: “ E’ significativo che della Costituzione – in modo serio, sistematico, organizzato – si parli oggi in Italia soltanto nel seno della classe lavoratrice e credo che nella storia italiana quest’epoca resterà fra l’altro caratterizzata per l’appunto dal raccogliersi dei lavoratori attorno alla bandiera della Costituzione, dalle loro lotte per la difesa della legalità repubblicana, dal ruolo assunto di tenaci assertori dei principi costituzionali. Questa bandiera è stata completamente ammainata – per dire che è stata dimostrativamente lacerata e arsa – sugli altri spalti; su quegli spalti dove stanno accampate le forze sociali che sempre hanno preteso di rappresentare la legge. La Costituzione che poté sembrare una tappa raggiunta, è tornata dunque ad essere il programma, la parola d’ordine di una lotta ormai ingaggiata – destinata a caratterizzare l’avvenire immediato e più lontano del nostro paese. E mentre in passato i lavoratori ed i loro partiti erano, per antonomasia, i sovversivi, gli avversari della legge, mentre la borghesia capitalistica poteva proclamarsi l'aralda della legalità, oggi essa e i suoi partiti stanno fuori dalla legalità repubblicana, di cui noi ci siamo costituiti rivendicatori e che noi difendiamo ogni giorno effettivamente contro i suoi denigratori“.
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