FUNERALE (Gli orrori del capitalismo)

venerdì, 18 settembre 2009

FUNERALE (Gli orrori del capitalismo)

Il termine deriva dal latino funus perché associa il rito all’azione pratica del calare il corpo nella fossa con le funi. E’ una rito, civile o religioso, celebrato dopo la morte di una persona. Presso la maggior parte delle culture, si svolge tipicamente alla presenza di una pluralità di persone e spesso è presieduto da un’autorità di riferimento sociale, politico o morale con, ovviamente, i ministri del culto. Gli usi variano secondo il luogo, la fede del defunto e dei suoi familiari. In Iraq sono stati scoperti dei resti di Neanderthal dove, insieme, sono stati rinvenuti dei pollini, perciò, è stato dedotto che già in quell’epoca, i morti venissero sepolti con il cerimoniale che comprendeva l’omaggio floreale, esprimendo anche così il lutto, nella comprensione della scomparsa terrena. Nell’antica Grecia, gli onori dovuti ai morti, erano un dovere di pietà, che spettava ai figli e ai parenti più stretti; pensavano che la celebrazione del rituale propiziasse il viaggio del defunto verso l’Ade, altrimenti l’anima sarebbe stata condannata a vagare senza pace, perseguitando quanti non avevano osservato l’obbligo dei funerali. Nell’antica Roma, i funerali delle persone eccellenti venivano normalmente affidati a professionisti, veri e propri impresari di pompe funebri; l’usanza prevalente era l’uso di raccogliere le ceneri in un’urna e deporle in una nicchia ricavata nella tomba collettiva chiamata “ colombaia “; la casa del defunto era considerata contaminata e alla fine del periodo – nove giorni – veniva spazzata e lavata nel tentativo di purificarla del fantasma del defunto. Nel mondo contemporaneo le volontà del defunto, per quel che riguarda le modalità del funerale, vengono generalmente rispettate; per le esequie di grandi personalità e autorità della Repubblica sono previsti i Funerali di Stato; in questo mese sono stati celebrati per una notissima persona del mondo dello spettacolo, mentre, sconosciuti e nascosti, dall’inizio dell’anno al tre settembre, in Italia, ci sono stati settecentottomilaquattrocentosessantadue infortuni, diciasettemilasettecentoundici invalidi, settecentotto morti sul lavoro!

PRIMO MAZZETTI
Gli operai del Comune
con vanghe e piccone
hanno rotto la lapide
e riscavato la fossa
hanno trovato il logoro legno:
Così ho visto “resuscitare” mio padre.
Ho visto tutte le sue ossa
e il suo cranio rotto.
Oltre al suo lavoro
dette anche la vita
e ancora
non è stata fatta giustizia.
(Vive ancora la società capitalista!)
Ma il cervello ragiona
e il sentimento percepisce
già nel sangue utopie
dove i poveri sono ricchi
e realtà trasformate scientificamente
diventano nuove realtà da sviluppare.
Con la compagine che poco gioisce
ma tanto lavora e soffre
la fierezza consapevole avanza
a milioni di volti sorride
e lotta dura senza paura
in modo di vivere
e non più morire.
-Renzo Mazzetti-

Funerali di Stato per tutti i caduti sul lavoro!


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