BARGHOUTI FATAH HAMAS
BARGHOUTI FATAH HAMAS
(Ricordo da un racconto di Pallino)
Ventitré anni di prigione non bastano a soffocare la rivoluzionaria voce. Marwan Barghouti politico e professore in catene, è temuto da Netanyahu perché parla al popolo palestinese come se fosse libero. Barghouti è più pericoloso dei combattenti con armi perché non spara, ma spiega. Marwan Barghouti è un rivoluzionario che ha libri non fucili, più idee che milizie. Perciò, dopo ventitré anni di prigione, Israele non lo libera. Netanyahu sa che, se domani uscisse, non ci sarebbe più guerra da combattere, ma solo la Palestina da costruire. Barghouti impara a pensare in prigione. A quindici anni entra in Fatah, il movimento fondato da Arafat, e diventa uno dei promotori dello Shabiba, il movimento giovanile palestinese che voleva educare i ragazzi alla resistenza con la testa e non con il fucile. In carcere inizia a leggere storia, economia, geopolitica. Si iscrive all’università di Birzeit, studia scienze politiche e storia perché ha capito che la vera arma segreta è il pensiero. Si laurea, poi ottiene un master in relazioni internazionali e un dottorato in scienze politiche dalla sua cella, con una tesi sulla democrazia palestinese. Un professore in prigione non con la libera cattedra, ma con l’intelligenza di prigionieri politici che insegnano bisbigliando, e che spiegano la differenza tra la rabbia cieca e l’universale umana dignità, per l’intelligente lotta rivoluzionaria per la liberazione. Barghouti partecipa ai colloqui di Oslo. Crede che un giorno ci sarà uno Stato palestinese che non avrà bisogno di sparare per farsi rispettare. Ma il processo di pace naufraga e scoppia la Seconda Intifada, ed è lui che cerca di tenere insieme la rabbia della strada e la diplomazia dei palazzi. Per Israele diventa il cervello della rivolta, per il suo popolo è la coscienza della Resistenza. Nel 2002 viene arrestato, processato e condannato a cinque ergastoli. Al processo rifiuta di difendersi perché non riconosce il tribunale ebraico, perché è il tribunale della criminale occupazione militare. Dentro la prigione di Hadarim, Barghouti non smette di insegnare. Organizza lezioni di politica, corsi di lingua, seminari sul diritto internazionale. Forma generazioni di detenuti che lo chiamano “il professore”. Non insegnava come un accademico, ricorda un ex detenuto, ma come chi ha perso tutto tranne la voce. Da quella cella scrive, studia, guida scioperi della fame, e redige il “Documento dei prigionieri”, una bozza di riconciliazione fra Fatah e Hamas, per l’unità palestinese per lo Stato libero di Palestina.
-Renzo Mazzetti- (Lunedì 3 Novembre 2025 h.13,07)
categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.
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