MISERABILI 1862-2025

MISERABILI 1862-2025

(Meditazione su: Lettera di Victor Hugo inviata da Hauteville-house il 18 Ottobre 1862 a un editore italiano a proposito de “I miserabili”)

Avete ragione, signore, quando dite che il libro dei Miserabili è scritto per tutti i popoli. Non so se tutti lo leggeranno, ma certamente per tutti i lo dettai. Esso è diretto all’Inghilterra come alla Spagna, all’Italia come alla Francia; alla Germania, del pari che all’Irlanda, alle repubbliche che hanno degli schiavi, quanto agli imperi che contengono i servi. I problemi sociali oltrepassano le frontiere; le piaghe del genere umano, vaste piaghe che ricoprono il globo, non s’arrestano alle linee azzurre e rosse tracciate sul mappamondo. Dovunque l’uomo ignora e dispera, dovunque la donna si vende pel pane, dovunque il fanciullo soffre per mancanza d’un libro che lo ammaestri e d’un focolare che lo riscaldi; il libro dei Miserabili batte alla porta dicendo: apritemi, son qui per voi.

Nello stato ancora così tetro di civilizzazione in cui ci troviamo, il “miserabile” si chiama uomo; soffre in tutti i climi, geme in tutte le lingue. La vostra Italia non va più della nostra Francia esente dal male; la vostra maravigliosa Italia porta sul proprio suolo tutte le miserie. Forse che il brigantaggio, che è una furibonda varietà del pauperismo [condizione di povertà di vasti strati della popolazione], non dimora sulle vostre montagne? Poche nazioni sono corrose così profondamente come l’Italia dall’ulcera dei monasteri, che tentai di scandagliare.

Benché possediate Roma, Milano, Napoli, Palermo, Torino, Firenze, Siena, Pisa, Mantova, Bologna, Ferrara, Genova, Venezia, una storia eroica, delle sublimi rovine, dei magnifici monumenti, delle città superbe, voi siete poveri al pari di noi: abbondate di maraviglie e di putridume. Il sole d’Italia è indubbiamente splendido, ma ahimè! L’azzurro del cielo non toglie i cenci dell’uomo. Al pari di noi, voi avete pregiudizi, superstizioni, tirannide, fanatismi e leggi cieche che danno appoggio a costumi ignoranti; non gustate nulla del presente e dell’avvenire senza che vi si rimescoli un sapore del passato; e avete un barbaro fra voi che è il monaco, ed un selvaggio che il lazzarone. La questione sociale è la medesima per voi, come per noi. I vostri muoiono un po’ meno di fame ed un po’ più di febbre; la vostra igiene non è gran fatto migliore della nostra. Le tenebre che sono protestanti in Inghilterra, sono cattoliche in Italia, ma sotto diversi nomi, il vescovo è identico al bishop, ed è sempre un oscurantismo pressoché della stessa specie. Lo spiegar male la Bibbia equivale al comprendere male il Vangelo.

Debbo insistere? Debbo constatare vieppiù completamente questo lugubre parallelismo? Forse che non avete indigenti? Guardate al basso. Forse che non avete parassiti? Osservate in alto. Forse che non oscilla dinanzi ai vostri occhi, come dinanzi ai nostri quella schifosa bilancia, di cui i due gusci, il pauperismo ed il parassitismo, si fanno così doloroso equilibrio?

Dov’è il vostro esercito di maestri di scuola, il solo che la civilizzazione riconosca? Dove sono le vostre scuole gratuite e obbligatorie? Forse che nella Patria di Dante e di Michelangelo sanno leggere tutti? Avete forse mutato le caserme in pritanei? [pritanei:

edifici pubblici dell’antica Grecia dove si custodiva il fuoco sacro e si facevano sacrifici solenni; dove risiedevano i pritani che accoglievano gli ambasciatori e si ospitavano a spese dello Stato i cittadini più degni].

Non avete voi forse al pari di noi un esorbitante bilancio per la guerra, ed uno derisorio per l’istruzione? Non avete voi pure l’obbedienza passiva, che diventa così facilmente soldatesca? Non avete un militarismo che obbedisce alla disciplina sino a far fuoco contro Garibaldi, vale a dire contro l’onore vivente d’Italia?

Sottoponiamo ad esame il vostro ordinamento sociale, prendiamolo dov’è e mostratemi la donna e il fanciullo. Il grado di civiltà si misura dalla somma di protezione accordata a questi due esseri deboli. La prostituzione è forse meno a Napoli che a Parigi? Qual’è il patrimonio di verità che si contiene nelle vostre leggi, qual’è la quantità di giustizia che emana dai vostri tribunali? Avreste per avventura la felicità di ignorare il senso di queste tetre parole: vendetta pubblica, infamia legale, galera, patibolo, carnefice, pena di morte? Italiani! Beccaria è morto e Farinacio vive fra voi come da noi. [Beccaria e Farinacio due giuristi famosi. Beccaria, del 1700, fu uno spirito nobilissimo, di larghe vedute e faceva parte della schiera degli illuministi italiani, e si batté contro la pena di morte propugnando leggi umane e ragionevoli. Farinacio, vissuto nel XVI secolo, fu legato alle istituzioni e alle leggi di tipo feudale, che considerava rigide e immutabili, e le applicava ciecamente alla lettera contro il popolo].

E poi osserviamo la vostra ragione di Stato. Avete forse un governo che comprende l’identità della morale e della politica?

Vi trovate al punto d’amministrare gli eroi? Anche in Francia si fece alcunché di simile. Ecco, passiamo in rassegna le miserie; che ciascuno porti qua il suo cumulo; vedete, voi siete ricchi al pari di noi. Non avete voi pure come noi, due dannazioni, la religiosa pronunciata dal sacerdote, e la sociale decretata dal giudice? O gran popolo d’Italia, tu assomigli al gran popolo di drancia. Ahimè! Fratelli, voi siete come noi dei “Miserabili”.

Dal fondo dell’ombra in cui ci troviamo tutti, voi non vedete gran fatto più distintamente di noi le splendide e lontane porte dell’Eden. Se non che i preti s’ingannano nel ritenere che quelle sacre porte siano dietro di noi, mentre invece ci stanno dinanzi. Mi riassumo. Questo libro dei Miserabili è uno specchio dello stato vostro, come del nostro. Vi sono uomini e caste che si rivoltano contro di esso, e ne comprendono il perché; gli specchi dicono la verità, e sono quindi odiati, ma perciò non cessano di essere utili.

Quanto a me, io scrissi per tutti, con un profondo amore pel mio paese, ma senza preoccuparmi della Francia più che di nessun altro popolo. I libri debbono cessare dall’essere esclusivamente francesi, italiani, tedeschi, spagnuoli, inglesi, per diventare europei, e più ancora umani.

                                                                                                  - F I N E -




DEA ALLO SPECCHIO
Che bello guardarsi allo specchio
senza sputarsi in un occhio.
-Renzo Mazzetti-
(Settembre 2010)


categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.



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