GOVERNANTI ANTIOPERAI
GOVERNANTI ANTIOPERAI
(Ricordo da un racconto di Bicefalo)
Tolto un breve periodo in cui, votata dal popolo la Repubblica e dal Parlamento la Costituzione, i governanti smontavano libertà e uguaglianza essenza della Costituzione. La Costituzione della Repubblica Italiana recita: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. Però, "lavoratore" e "lavoratrice" erano parole non più usate nel linguaggio istituzionale. Nel 2025 usavano parlare soltanto di "ceto medio". Il "ceto medio" è la borghesia che è composta da commercianti, da banchieri, da industriali, da liberi professionisti, da funzionari direttivi in enti pubblici e privati. Perciò il "ceto medio" non ha niente a che vedere con la classe operaia e con i lavoratori del braccio e della mente. I governanti privilegiavano il "ceto medio" con vantaggiose misure fiscali e facilitazioni varie, così da non rispettare nell'essenza la Costituzione. D'altro canto dalle buste paga, stipendi e pensioni di operai e di lavoratori del braccio e della mente trattenevano alte e progressive quote per tasse nazionali, regionali e comunali. Insomma, gli operai e i lavoratori del braccio e della mente erano sempre di più sfruttati e sempre più poveri e, inoltre, con una grande ingiustizia aggravata dalla beffa, erano costretti a ingrassare i più ricchi sempre più ricchi.
-Renzo Mazzetti- (Domenica 26 Ottobre 2025 h.13,39)
(Ricordo da un racconto di Rita)
Tra servire lo Stato e servire il Popolo
la differenza era enorme.
Repubblica fondata sul lavoro o sui Lavoratori?
La vaghezza della parola “lavoro” consentiva,
nel paese ritenuto libero e democratico,
il dominio dell'apparenza.
Infinità di leggi e regolamenti
appesantivano ogni aspetto del vivere quotidiano,
amplificavano ingiuste disuguaglianze, privilegi.
Al colmo dell'ipocrisia, dicevano che lo Stato
non entrava nelle dinamiche politiche
e nelle beghe socio-economiche,
però sembrava una Repubblica coloniale stile Impero,
una Monarchia ottocentesca.
Perfino la volontà di istruirsi delle giovani generazioni
era osteggiata perché non si poteva studiare la materia desiderata.
Sabotaggio culturale tramite elaborazioni
che ostacolavano l'avvento dei lavoratori
e demolivano la Nazione.
-Renzo Mazzetti- (Venerdì 15 Luglio 2025 h.11,27)
categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.
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