SCRIVERE PER I LAVORATORI

SCRIVERE PER I LAVORATORI

(Ricordo da un racconto di Pallino)

Mario Melloni scriveva “Io sono un giornalista e non uno scrittore, un giornalista per élites: e infatti scrivo per i metalmeccanici”; scriveva che il moderato, in politica, è contrassegnato da una caratterizzazione di centro, conservatore, prudentemente riformista, programmaticamente alieno da ogni estremismo e spesso da ogni novità. Il moderatismo è patteggiamento politico dei moderati, definito in senso negativo e sfavorevole mancante di slanci, di entusiasmo. Melloni, nel giugno del 1979, scriveva sull'intervista televisiva di Craxi e si domandava: ma quello lì, che socialista è? Melloni si faceva quella domanda perché in un'ora di botte e risposte, Craxi non aveva mai pronunciato le parole lavoratore, operaio, emigrato, disoccupato, giovane, pensionato, donna lavoratrice, licenziata o licenziato, piccoli ceti sacrificati, impiegati, insegnanti, sottopagati e sfruttati; e, ancora più grave, Craxi parlava proprio il 2 giugno, 34° anniversario della Repubblica, anniversario a cui non dedicò un solo cenno, neppure fuggevole, e sì che era il segretario di un partito che alla Resistenza, alla Liberazione e alla Repubblica, sorta da entrambe, aveva saputo dare in prima fila passione e sangue. Perciò, a Melloni, ascoltando Craxi, pareva di ascoltare e di vedere un buon liberaldemocratico che, pensando a certe cose, dice tra sé: tutte storie, parliamo d'altro, perché queste, per certuni, non sono mai state o non sono più cose concrete. Perciò, Melloni terminava l'articolo "Ma che volete, compagni, non è così che noi concepiamo i socialisti". Alla domanda: Perché dalla DC al PCI? Mario Melloni rispondeva: "Ora sto con i metalmeccanici"; e sottolineava una costante, mai contraddetta in ogni momento del proprio impegno politico: l'avere sempre avuto come punto di riferimento i valori dell'antifascismo e della democrazia.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 28 Ottobre 2024 h.10,17)

VEDI: RICONOSCERE LO STATO DIPALESTINA


INTRODUZIONE ALL'IRONIA MELLONIANA
(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)
Dopo la Liberazione Il Popolo era un bel giornale
ma poi diventò un foglio invenduto e fazioso.
Quando Mario Melloni entrò nel nostro giornale
servì molto ad educare all'ironia tanti nostri lettori e compagni,
ma l'ironia melloniana non fu mai autoironia,
l'ironia su noi stessi restò fuori dai suoi bellissimi corsivi
sugli altri, su “lor signori”.......;
Albertino smette di leggere Macaluso,
alza gli occhi e detta per la lezione a casa:
Saggio su “La galleria di Fortebraccio” e “Facce da schiaffi”.
Compagne, compagni e amici, buonanotte!
FORTEBRACCIO
Abbiamo iniziato lo studio del ridicolo
del garbo e dell'ironia sul pubblicato
dell'amico e compagno Melloni Mario
che da deputato democristiano
e da direttore del giornale Il Popolo
è passato al Partito comunista italiano
e sulla prima pagina dell'Unità
il Suo satirico piglio è tra i più letti.
Egli scaccia tutti i dubbi e scrive:
Io sono un giornalista e non uno scrittore,
un giornalista per élites:
e infatti scrivo per i metalmeccanici”.
Qualche invidioso maligno sprezzante
rabbiosamente lo definisce uno snob popolare
e per il livido reazionario misero e vigliacco
sarebbe un esempio del trasformismo italiano.
La verità sta dove il reazionario e l'invidioso
l'indifferenza e l'ignoranza mai vorrà né potrà
mai vorrà né potrà stare dove Fortebraccio sta
e cioè nella realtà in cui Egli si sente “Uno di loro”:
braccianti, pensionati e operai.
-Renzo Mazzetti- (Aprile 2019)

VEDI: SEVERO ESPOSTO (RACCOLTA DI FOTO POESIE)

categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.





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