PUSKIN (1799-1837)

PUSKIN (1799-1837)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

La guerra era praticata fino ai primi anni del XXI° Secolo. Distruggeva la vita e causava devastazioni ambientali. Non risolveva ma aggravava e moltiplicava i problemi. Sviluppava l'odio. Fece ribrezzo quando in Ucraina ci fu l'abbattimento della lapide ricordo dedicata al poeta Aleksandr Sergeevic Puskin. Era l'anno 2023. Il poeta era morto da moltissimi anni. I conflitti precedenti in Ucraina e dintorni avvennero dal 1654 al 1667 quando il poeta non era ancora nato. Allora? E' proprio vero: l'odio è cieco. L'odio cieco fa più male del colpo di cannone perché distrugge la coscienza di coloro che lo praticano e di quelli che lo approvano. Albertino fa una pausa. Guarda la scolaresca, apre una cartella e legge: Difensore appassionato della libertà e della dignità umana, contro ogni forma di violenza, Puskin, nato da una famiglia dell'aristocrazia zarista, espresse una coscienza in contrasto con la sua classe. Albertino smette di leggere, rivolge gli occhi sopra le teste della scolaresca e recita: “Le pesanti catene cadranno, crolleranno le prigioni, e la libertà vi accoglierà gioiosa sulle soglie, e i fratelli vi renderanno le spade”. Fa una pausa, con occhi lucidi riprende a leggere: Puskin subì l'esilio... Con un artificiale discreto colpetto di tosse Valerio interrompe e dice che è troppo tardi. Albertino però prosegue: con lui comincia la grande scuola del realismo russo, per lui il bello è nella vita, nella realtà e nella lotta. Poi detta per il compito a casa: Studio con breve sintesi scritta de: “La figlia del capitano” in cui Puskin rievoca la famosa rivolta dei contadini. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Sabato 23 Settembre 2023 h.12,00)

IL FUTURO DEI GIOVANI
Il futuro dei giovani
si realizza nella qualità
del loro presente.
-Renzo Mazzetti- (29 dicembre 2012)

categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.



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