MAFIA E STATO

MAFIA E STATO

(Ricordo da un racconto di Maya)

C'era una volta la canzone politica. Portella della Ginestra: Sono arrivati con le carriole, con le falci, con gli aratri, e il cielo freddo, con quelle facce coperte da un berretto. Nella piana di Portella c'era un carretto, un sasso, una bandiera. Tra quei monti era sereno e da lontano apparve in mezzo al cielo la banda di Giuliano. Sono arrivate come le gocce quelle prime fucilate. Senza pensare tutti han guardato se arrivava un temporale. E a poco a poco quei terreni abbandonati con il sangue venivano seminati. Sulle bestie, sulla gente da lontano scatenava la tempesta la banda di Giuliano. Sono caduti i primi scialli tra i cavalli, tra gli sputi. Piene di sonno prima le mule son finite all'altro mondo. Poi le donne sono scappate in mezzo ai sassi... Nel silenzio generale, da lontano, si sentì solo sparare la banda di Giuliano. [Eccetera]. Questa canzone raccontava dell'eccidio di Portella della Ginestra, Primo Maggio 1947. Poi la mafia continuò, con ogni mezzo delinquenziale, a insidiare, a distruggere tutti i settori del vivere onesto, libero, civile. I terroristi rossi e neri, i servizi troppo segreti (deviati?) con i politici corrotti furono alleati. Mafiosi clandestini e mafiosi pubblici alleati contro l'interesse generale del popolo. Le uccisioni del democristiano Mattarella, del generale Dalla Chiesa, di Rocco Chinnici, dei comunisti La Torre e Impastato, dei Magistrati e tutori dell'onestà e dell'ordine caduti nell'esercizio del dovere, civile, democratico a tutela della libertà di pensiero, della giustizia socio-economica, dell'indipendenza e unità del paese. Era il colpo di Stato permanente per tenere oppresso presente e futuro del popolo. Era la notte buia dello Stato italiano, quella del nove maggio settantotto. La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro, l'alba dei funerali di uno Stato a Roma e in Sicilia con l'omicidio di Peppino Impastato. Il cinema e la canzone con forza condannavano e svegliavano coscienze. I cento passi facevano indignare e piangere tutta la platea: … Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare, contare, comminare insieme cantare, la storia di Peppino e degli amici siciliani... Poi venne la poesia di ispirazione spirituale e amore per le vittime: … D'un tratto nella stanza salì una nube nera/ in quella notte calda di fine Primavera/ e tutti i tuoi disegni sulla tua scrivania,/ figli dei tuoi sogni della tua fantasia/ bruciarono in lampo senza nessun preavviso/ sparirono nel fumo insieme al tuo sorriso ... Versi da Firenze tratti da “Via dei Georgofili” di Francesco Mannucci, poesia scritta per commemorare le vittime dell'attentato del 1993. 

-Renzo Mazzetti- (Martedì 26 Settembre 2023 h.08,45) 


RAZZA DANNATA
Dai miglioristi,
pur aspettandomi di tutto
durante i vari cicli politici,
sono sempre stato sorpreso,
amaramente addirittura sbigottito,
per le loro acrobatiche giravolte,
impreviste, incomprensibili, ingiustificabili,
le quali, comunque, riportavano
immancabilmente indenni
gli onorevoli deretani sulle ambite poltrone.
-Renzo Mazzetti- 
(Commento all'articolo sulle intercettazioni sulla trattativa Stato-mafia: ''Che cosa teme Napolitano'' scritto sull'Espresso Venerdì 20 Luglio 2012).

categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.

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-Lunedì 18 Settembre 2023 h.09.13)










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