MODERNI SERVI GOVERNANTI
MODERNI SERVI GOVERNANTI
Il liberismo imperava imperterrito, perciò l'accisa (tassa governativa) doveva essere mantenuta perché il governo non doveva mettere mano nel gioco del libero mercato. Allora, perché non togliere tutte le accise e tassazioni varie e molteplici? Perché non eliminare la famigerata IVA (imposta valore aggiunto) che aumentava (come le accise) i prezzi? Era chiaro che i governanti d'allora, pur di non confessare le loro colpe parlavano peggio degli ubriachi. I governanti si misero a fare gli informatori e ordinavano ai distributori di esporre cartelli particolari con i vari prezzi. Il cittadino diventava una spugna da spremere. La patria si era persa nella follia del mercato e concorrenza. I governanti del XXI° Secolo si caratterizzarono per essere servi dei potenti giocatori d'azzardo sulla pelle del popolo. Gli avventurieri faccendieri esultavano e si riempivano le tasche con i preziosi bottini. I giovani che lottavano per meglio studiare e difendevano il loro futuro lottando per la tutela ambientale venivano trattati peggio dei criminali. I potenti criminalizzavano chi era povero. Coloro che vivevano modestamente di onesto lavoro poco retribuito e non riuscivano a diventare ricchi erano considerati degli incapaci e perciò non degni di vivere. Venivano altresì fatte le guerre per guadagnare con il traffico delle armi e per eliminare quante più persone possibili per fare posto ai pochi ricchi, pascià, benestanti. I malestanti non avevano diritto di vivere, la povertà fuorilegge. Non c'era più fede politica né religione. (Ricordo da un racconto di Tirella).
SERVI
(Meditazione
sul personaggio Messenione: I Menecmi di Plauto)
“Un buon
servo lo si riconosce da questo:
egli ha cura
degli interessi del padrone,
provvede,
dispone, si prefigge,
quando il
padrone è assente,
di tutelarne
gli interessi con lo stesso zelo
che metterebbe
se fosse presente lui,
o anche meglio.
Se ha un animo ben nato,
deve pensare
piuttosto alla sua schiena che alla gola,
più alle gambe
che al ventre.
Tenga presente
quali ricompense danno i padroni ai loro schiavi,
quando sono dei
buoni a nulla, poltroni e disonesti:
verghe, ceppi,
macine, stanchezza a non finire, fame, un freddo pungente;
così viene
ripagata la poltroneria.
Io ho una paura
maledetta di questi malanni.
Perciò sono
fermamente intenzionato a far bene piuttosto che male;
preferisco di
gran lunga che mi si rifilino degli ordini,
piuttosto che
quelle odiose staffilate;
la farina mi
piace assai di più mangiarla che andarla a macinare.
Perciò
eseguisco gli ordini del padrone,
lo servo con
zelo e di buon grado; e mi trovo bene”.
-Renzo
Mazzetti- (Mercoledì 15 Giugno 2011 h.045).
categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.
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