GATTE DA PELARE (FUNZIONARIO E GOVERNANTE)
GATTE DA PELARE (FUNZIONARIO E GOVERNANTE)
Quando la poltrona fu trasformata in trono, con la Repubblica deviata e falsificata, ritornammo sudditi. Si andava a votare al 50% forse meno che più. L'Italia ritornò frammentata con diversi sistemi elettorali, dai modi di vedere particolari, dalle onorevoli azioni spesso criminali. Il governante di turno guadagnava troppo e si trattava molto bene utilizzando al meglio tutti i privilegi. Gli eletti dai pochi familiari e imparentati simpatizzanti, correvano e parlavano, parlavano e correvano, perché, a loro, non mancava mai il fiato. Parlavano e correvano per sedere sul trono del consiglio dei ministri. Il governante di turno si divertiva molto. Sempre al centro di tutte le attenzioni, si sentiva prima donna, si sentiva colosso indistruttibile, si prendeva tutte le soddisfazioni, tutte le vendette. Il governante di turno si divertiva molto e non rischiava niente, perché nel peggiore dei casi, avrebbe perso il trono, ma un seggio o un prestigioso incarico troppo ben remunerato l'avrebbe sempre, in un modo e nell'altro, ottenuto. Il governante di turno si divertiva molto e non rischiava niente perché chi veramente rischiava di brutto e sul serio era il funzionario. Evviva il funzionario costretto a firmare, costretto a rischiare l'osso del collo. Il governante di turno prima donna era anche un vigliacco più vigliacco di tutti i vigliacchi, perché nel momento in cui non riusciva più a vendere “lucciole per lanterne o fischi per fiaschi” incaricava il professore di turno per formare un governo tecnico, che, per rimediare ai disastri fatti da governanti politici, dovevano fare i cattivi e rimettere in sesto i conti. L'innocente baratro era l'antica pira che bruciava le fate, le streghe, i maghi, i capipopolo, le speranze, i sogni di una vita migliore. (Ricordo da un racconto di Ariella).
categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.
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