IBRIDAZIONE REPRESSIVA

IBRIDAZIONE REPRESSIVA

Innesto e inciucio erano la stessa cosa nei principi del XXI° Secolo. La degenerazione dominava sulla purezza del libero pensiero. Prima c'era il pubblico. Le istituzioni operavano per l'interesse generale, per l'unità della nazione. Il Sud e il Nord uniti nella lotta per raggiungere l'uguale cittadinanza dignitosa. Poi arrivarono le libertà dell'interesse privato che minarono la libertà pubblica. Ritornammo alla legge della foresta. Il più forte dominava il più debole. Il pesce più grande mangiava quello più piccolo. La barbarie spadroneggiava per tutto il mondo. In sintesi, per capirci meglio: Privatizzazioni. Smantellamento dello Stato di tutti per imporre le libertà di pochi privilegiati. I privilegiati alleati con i ricchi scardinarono la Repubblica dei liberi e uguali e restaurarono i nuovi monarchi che perseguitavano i poveri e i malati. La povertà diventò un crimine da opprimere e non più una malattia della società da debellare. Anche le votazioni si andavano sempre più privatizzando. Molti non andavano a votare. Altrettanti poveri votavano per il potere dei ricchi. Era l'era dell'autorepressione della disperazione. Il massimo auspicio di quei tempi antichi veniva sintetizzato nel popolare detto: Che la morte ci trovi vivi. Ma non si era liberi neppure di morire tranquillamente né quando si voleva per liberarsi dell'immane sofferenza senza guarigione alcuna. Sempre perseguitati e torturati. Sempre gettati nel profondo senso di colpa. Il robot era l'ultimo concorrente alla schiavitù dell'incosciente generazione moderna degenerata. (Ricordo da un racconto di Bicefalo).

LA LIBERTA' DI VIVERE
(Ricordo da un racconto di Irina)
Vi è oppressione quando l'uno si esaurisce per il lavoro
o per il non lavoro e manca di tutto,
mentre l'altro è immerso nell'abbondanza senza fare nulla.
Nei primi decenni degli anni duemila
(caratterizzati dalla dittatura finanziaria,
dalla metafora della democrazia,
dagli accaparratori di privilegi istituzionali) in tutti i tipi di attività,
gli incapaci si presero il compito di dirigere persone capaci;
per quanto si riferisce alla moralità,
quelli più immorali vennero chiamati ad educare virtuosamente i cittadini e,
in relazione alla giustizia distributiva, i grandi colpevoli
erano preposti a punire le colpe dei piccoli delinquenti.
Nella comunità con altri, ciascun individuo
ha sempre avuto i mezzi per sviluppare in tutti i sensi le sue disposizioni.
Solo nella comunità, per ogni singolo, diventa dunque possibile la libertà personale.
La questione principale, comune, è indubbiamente una:
fornire alle persone la libertà di vivere, i mezzi cioè,
le condizioni necessarie per vivere in una società dove tutti,
a loro volta,
hanno le medesime possibilità”.
-Renzo Mazzetti- (Giovedì 18 Gennaio 2018 h.06,29).

Categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.

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VITE STRANE (ovvero di Giorgio e Silvio) -SABATO 21 APRILE 2018 h.06,40-

IL GRANDE SILVIO -GIOVEDI' 31 OTTOBRE 2013 h.14,19-

LIBERTA' -LUNEDI' 21 MARZO 2011 h.07,00-


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