IL RE MATTONE

 

giovedì, 24 agosto 2017

IL RE MATTONE

 

 

La proprietà di un terreno ha sempre dato la possibilità di farne quel che si vuole. Ho bisogno della casa? Ci costruisco una casa. Ho bisogno di pomodori e patate? Ci coltivo pomodori e patate. Ho necessità d’acqua? Ci costruisco un pozzo o metto un tubo nel fiume che scorre sulla mia proprietà. Invece? La proprietà del terreno non mi dà il diritto di fare un bel niente. Ci pago le tasse e non posso farci quel che voglio, e lo devo tenere pulito altrimenti pago la contravvenzione. Allora? Mi devo arrangiare e ungere perché il mio terreno rientri nella zona edificabile. E parlano di programmazione democratica, di vocazione locale, di paesaggistica, di tutela e assetto del territorio, di urbanizzazione e piano casa. Sì, difesa e sistemazione del portafoglio! Difatti: 350 appartamenti ameni sulle rive di ponente e levante; centinaia di occupanti abusivi nella città vicina. La rivoluzione ambientale e la formazione di una coscienza ecologica; la mobilitazione dei giovani come pionieri ed autogestori permanenti del territorio destinato al tempo libero; un modello sostitutivo a quello capitalista? Il mattone, di origine preromana, ancora domina. (Ricordo da un racconto di Vasco).

 

IL NOSTRO MAO

 

(Saluto a Lorenzo Bargellini)

 

Quanti spiriti particolari

 

nelle umane operazioni?

 

Quanti ce ne sono di spiriti

 

diversi e buoni intorno a noi?

 

L’opera da loro realizzata

 

modesta innalza immortala.

 

Sconosciuti e conosciuti

 

buoni fratelli santi mortali

 

sconosciuti intorno a noi

 

conosciuti dentro di noi

 

celesti uguali tra gli uguali

 

terrestri nei fantastici cieli.

 

-Renzo Mazzetti-

 

(5 Maggio 2017)

 

Vedi: ECCELLENZA E MIRACOLO (7 Agosto 2017)

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