VIRUS TIRO AL PICCIONE CONTE
domenica, 20 dicembre 2020
VIRUS TIRO AL PICCIONE CONTE
IGNORANZA E CATTIVERIA
Quando tutto va bene
Nordico Sceso gongolante
Sbandiera sfacciatamente
Sua politica superiore.
Quando tutto va male
Scompare e riappare
Spavaldamente mente
Criminale burla la legge.
Il governo vara: “Tre” e lui: “Trentatre”
Tenta di argomentare di polemizzare
Ma l’oppositore maligno ignorante
Di più non sa contare.
-Renzo Mazzetti Bicefalo- (15 Marzo 2020, ore 20 e 25, circa)
VIRUS TIRO AL PICCIONE CONTE
Nell’attesa del Salvatore, arrivò anche la caccia artificiale, spot deteriore. Erano invasati senza ragione ma procuravano tanti danni. Poi, visti i successi di San Beppino dalla tempra di grande resistente, la moda si diffuse e, per i fogli volatili della contemporaneità reazionaria affamata di bassi profitti, tutti, di tutti i colori, persino quelli incolori, si misero a sparare all’impazzata. Sparavano e sparavano parole di ogni forma e tipo, ma il capo deI governo non cascava. Allora sì che l’invidia, l’odio, la rabbia aumentavano, seminavano scientificamente (ad arte) paura e confusione. Arrivarono alle aggressioni squadriste, da camicia nera di criminale memoria, quei non più onorevoli, sporcando il cuore democratico della nazione. Nel parlamento le minoranze di politicanti oltranzisti, di fatto alleati con il mortale virus mondiale 2020, non avevano sensibilità, sparavano alla cieca, persino alle povere nuvole. (Ricordo da un racconto di Tommy detto Tom).
VIRUS RAZZISMO SANSONE
(Ricordo da un racconto di Maya)
“Era risaputo che Nordico Sceso e i suoi stregati seguaci,
seguivano l’ideologia razzista posta a fondamento della presunta superiorità,
tale criminale intolleranza era sbandierata contro i disperati che,
per salvare la salute e la vita, fuggivano da persecuzioni e guerre;
l’atteggiamento perverso era rivolto contro i più deboli
e gli sfortunati della popolazione, perfino contro chi soffriva nelle galere,
e nei confronti dei connazionali che abitavano in altre zone d’Italia
che venivano definiti, con distrezzo: “ladroni”, “terroni”; tanto è che,
ritenendosi superiori (addirittura immuni dal contagio?)
determinarono, con anticipazioni e fughe di notizie,
un ritorno in massa verso il Sud di cittadini emigrati;
i nordici scesi si ritenevano talmente superiori a tutti gli altri che,
già prima dell’attacco del virus, si erano posti l’obiettivo di realizzare:
“Padania liberata da Roma ladrona e dai terroni”;
la politica d’indipendenza e di sbandierata superiorità
si dimostrò non vera quanto dannosa,
fallace così drammaticamente tanto che,
di fronte all’attacco del mondiale virus mortale,
nei territori dove comandavano i seguaci di Nordico Sceso,
avvennero purtroppo più contagi e più decessi,
tanto che, il livore di Nordico Sceso e dei suoi seguaci,
nel periodo iniziale e mediano dell’attacco,
nel constatare la loro maggiore fragilità
e la non superiore efficienza, e l’illusoria,
assurda quanto presuntuosa, pretesa immunità,
con la loro depravata politica,
si scagliarono vigliaccamente
e sempre di più contro il governo centrale,
in generale per addossare ad esso
tutta la responsabilità del loro locale specifico fallimento,
e, in particolare, per seminare la tanto più competitiva
quanto la più disastrosa confusione
con locali provvedimenti atti a far ancora credere
di essere sempre e comunque i più bravi
e di chiunque altro sempre e comunque superiori.
Certi atteggiamenti di folle politica disperata,
a tratti sempre più frequenti assunti da Nordico Sceso,
gli costarono,
oltre al grande e diffuso discredito socio-politico,
vari sprezzanti o canzonatori soprannomi,
uno fra i quali e forse il più significativo,
quello di Sansone”.
-Renzo Mazzetti- (23 Marzo 2020)
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