VIRUS LOBBY

 

venerdì, 9 ottobre 2020
VIRUS LOBBY




Dea e Majakovskij.


LA PATRIA
Madre o azienda?
Madre che cura
dai suoi figli curata
o azienda che si deve
sempre e in ogni modo
sempre e a tutti i costi
con cattiverie sofferenze paure
pagare con le morti premature?
-Renzo Mazzetti- (31 Marzo 2019)

VIRUS LOBBY

Tutti parlavano di futuro ma si ritornava negli anni 1800 o giù di lì, certamente molto indietro nel tempo. Dopo la Liberazione, nel Parlamento, in particolare nei gruppi socialisti e comunisti, erano presenti impiegati, contadini e operai seppur con poca istruzione. Con il libero sistema di votazione “proporzionale” il popolo partecipava, con la quasi totalità degli aventi diritto, alle elezioni e, cosa ancora più significativa e importante, partecipava per votare e per essere votato, perché anche i poveri, i lavoratori senza risorse, organizzati principalmente nei partiti generalmente definiti di “sinistra”, potevano diventare deputati e senatori e rappresentare direttamente il popolo nelle altre Istituzioni (numerosi erano i sindaci operai). Non si doveva essere specialisti, professionisti, laureati in qualche disciplina, possedere risorse per le spese della campagna elettorale, perché era importante che personalmente il semplice cittadino rappresentasse il popolo normale che, esperto di vita concretamente vissuta, soffriva, lavorava, sopravviveva, perché era fondamentale che la nazione fosse sentita da tutti, e, in ugual misura, patria di tutti. Ma si estesero le famigerate soglie di sbarramento per l’accesso al parlamento e finanche per l’accesso agli studi di medicina. La correità si sviluppava per bande corporative di potenti associazioni professionali. Bisognava essere avvocati per fare il ministro della giustizia, e così via dicendo per gli altri ministeri. A tal proposito basta ricordare quel “governo tecnico” da tutti acclamato come il salvatore dell’economia il cui capo si guadagnò (privilegio dei privilegi) anche la nomina di senatore a vita. Molti non sapevano che molto tempo prima Marx aveva scritto: “Gli economisti assomigliano ai teologi, i quali stabiliscono due sorta di religioni: ogni religione che non sia la loro è un’invenzione degli uomini, mentre la loro è un’emanazione di Dio”. Difatti le norme titolate “Salva Italia” arricchirono i ricchi e impoverirono di più i poveri. Poi, in particolare al tempo del mortale virus mondiale 2020, in modo ancora più sfacciato, avvenne la esclusione del popolo con leggi elettorali mirate allo scopo di esaltare i privilegi per le classi dominanti, più benestanti, più istruite e più ricche. Difatti la partecipazione alle elezioni era intorno al 50%! Si ritornava al mostruoso fascismo e al sistema corporativo in cui dominava la dittatura politica, dove, tra l’altro, le donne non avevano il diritto di voto? Invece, perché non fare ministro della pubblica istruzione un povero genitore, un semplice lavoratore, una ragazza madre abbandonata, qualcuno in situazione di disagio ma con tanto amore per gli studenti e più sensibile ai bisogni degli ultimi? La persona giusta al posto giusto non è il professionista, lo specialista, l’esperto nel ramo che decide magari sotto l’influenza dello “spirito di corpo” e della “deformazione professionale” diventando addirittura complice delle scelte rivolte a foraggiare interessi particolari per niente chiari alleati ad avventurieri e nullafacenti, ma la persona politica rappresentante del popolo, uno del popolo che, nell’interesse generale e con volontà politica genuina, soddisfa i vitali bisogni del popolo e commissiona all’ufficio competente di mettere in pratica i programmi per i quali ha fatto le promesse e avuto i consensi, per cui anche un figlio di un’operaia possa liberamente studiare quel che vuole, e diventare persino dottore. (Ricordo da un racconto di Vasco).

C L I E N T I ?
Le belle bandiere rosse non ci sono
però abbiamo mangiato bene a Fucecchio.
Uno del servizio mi confessa
che la vera soddisfazione rimasta
è quella di saper cucinare divinamente
mentre con gli occhi lucidi
(nella semioscurità intravedo una lacrima)
mi guarda intensamente negli occhi e sussurra…
l’hanno imparato quando erano comunisti…
peccato che hanno smesso…
non insegnano più ad una cuoca a governare…
anche se hanno avuto tanti clienti…
CLIENTI?
interrompo bruscamente,
prima si chiamavano compagne e compagni!
… già… ma…
Stringendomi lungamente e con forza la mano:
buonanotte compagno!
Ah! Così va già un po’ meglio…
Buonanotte, compagno!
-Renzo Mazzetti- (4 Settembre 2010)

categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia. Dimenticanze tra le righe.

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