VIRUS ATMOSFERA SCUOLA

 

venerdì, 26 giugno 2020

VIRUS ATMOSFERA SCUOLA


IL FUTURO DEI GIOVANI

Il futuro dei giovani

si realizza nella qualità

del loro presente.
(29 dicembre 2012)

ISTRUZIONE

Semplificare l’insegnamento

nella scuola pubblica

significa moltiplicare l’ignoranza complessa.
(settembre 2010)
-Renzo Mazzetti-

VIRUS ATMOSFERA SCUOLA

L’ideologia privatistica aveva diffuso barbarità perché esaltava l’iniziativa privata ispirata a criteri di rivalità e di possesso; il sistema pubblico non tutelava la popolazione semplice e più povera, e appariva soltanto in apparati privilegiati e dispendiosi, oppressivi, in cui la metafora della democrazia si esprimeva nella libertà di pagare tasse in ogni modo e in tutte le forme dirette e indirette, cioè sui redditi (IRPEF) e sui consumi (IVA), ma, ambedue le forme erano applicate in modo ingiusto e sempre a scapito del più piccolo e del più povero. Bicefalo nella poesia Abbondanze: ”… il gioco dell’oca l’unica filosofia, perpetua lo strazio di chicchessia. Chi non possiede deve sempre dare, anche al suo niente rinunciare, i lussi e i privilegi mantenere, sfacciate abbondanze ingrassare”. Il “benessere” misurato con pil mercati concorrenza, fattori che concorrevano all’imbarbarimento della società. Louis Blanch: “La concorrenza per il popolo è un sistema di sterminio, essa non è dunque che un procedimento industriale per mezzo del quale i proletari sono costretti a sterminarsi a vicenda”. Però, durante l’imperversare del mortale virus mondiale 2020, molti colpiti furono guariti dalla sanità pubblica sopravvissuta alle privatizzazioni. Insegnanti e giovani, salvati ma sacrificati dalla chiusura delle scuole, non vedevano l’ora di respirare il profumo della scuola riaperta e nuova. (Ricordo da un racconto di Vasco.)

VIRUS E SCUOLA

Il mortale virus mondiale 2020 distrusse le più vecchie

e le più o meno recenti costruzioni scolastiche di ogni ordine e grado.

I sentimenti sognanti si persero negli splendidi puliti vergini vuoti.

Emozionanti ambizioni aprirono nuovi sguardi innocenti

severi consapevoli dell’enorme fatica dell’apprendimento

che s’abbatteva sugl’immaturi elastici corpi e dentro alle dure teste

forgiando d’acciaio piume di volontà pioniere nelle profondità

sotto ai piedi e sopra ai settimi cieli. Curiosità e gioie

ed entusiasmi si impegnarono nella ricerca del sapere

e del creare, lavoro ed arte, gusto e amore.

Finalmente si costruirono tante scuole, diffuse,

vicine alle abitazioni e, camaleontiche, non si vedevano:

sulle coste erano mare; nei boschi, alberi; in campagna, campi;

sulle Alpi e gli Appennini, montagne e colline, sprofondi;

venti, fiumi, ruscelli, laghi e animali insieme ai vuoti e ai silenzi

originali e artisti diversi di tutti i suoni insegnanti

a semplici complessi sensibili più piccoli e più grandi umani.

Nuove scuole: nuvole, fulmini e tuoni, arcobaleni, cieli stellati;

collettivi, centri sociali, luoghi di istruzione comodi e puliti,

lindi e luminosi, sereni e sorridenti, accoglienti, impegnativi,

duri cimenti per colossi futuri.

-Renzo Mazzetti Bicefalo- (25 Maggio 2020)

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